Idroelettrico, verso una Commissione d’indagine
La partita dell’idroelettrico, della compagine azionaria di Hydro Dolomiti Energia Srl, l’ipotesi di gestirla attraverso un azionariato diffuso e territoriale è stata al centro della seduta del Consiglio provinciale di ieri. L’aula ha lavorato sulla proposta di mozione di Walter Kaswalder (Patt), che punta a istituire una commissione d’indagine per acquisire informazioni relative alla nascita della società Hydro Dolomiti Energia (Hde) e relative all’operazione di cessione di quote, che hanno portato all’ingresso di soggetti privati nel capitale di Hde.
La mozione è stata emendata su proposta di Alessio Manica (Pd) e approvata con 1 astenuto e 29 voti favorevoli. Il testo finale impegna il presidente del Consiglio provinciale, Claudio Soini, a “dare avvio al percorso per l’istituzione di una Commissione consiliare”. Il raggio d’azione dell’organismo si allargherà “all’analisi di scenari possibili per lo sviluppo della governance del settore e le modalità di rinnovo delle concessioni”.
Il dibattito e il voto
Walter Kaswalder: Il consigliere del Patt in mattinata ha introdotto il tema spiegando che l’obiettivo è approfondire e ricostruire come si arrivò all’istituzione della società che gestisce le concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico nonché ai mutamenti di compagine azionaria nel tempo, con particolare riguardo alle motivazioni dal punto di vista economico, finanziario ed istituzionale che hanno portato all’ingresso di soggetti privati nel capitale di Hydro Dolomiti Energia Srl. Kaswalder ha spiegato che c’è anche un emendamento proposto da Alessio Manica, che chiede alla istituenda commissione di svolgere anche un lavoro propositivo sulla gestione della risorsa.
Nel 2008, ha detto l’esponente del Patt, è stata fatta una scelta che non si vuole mettere in discussione, ma che vede il 23% in mano privata che giustamente vuole portare a casa i dividendi. Ha ricordato che da sindaco di Vigolo Vattaro riuscì a entrare con una quota piccolissima in Primiero Energia: si sono investiti 10.000 euro e portati a casa l’anno successivo 10.000 euro. Un esempio per far capire l’entità della ricaduta della risorsa, ha proseguito.
Si è detto dispiaciuto perché c’era la possibilità di aderire per tutti i Comuni trentini. Ha quindi ricordato il bonus di 100 euro riconosciuto ai 128.000 clienti di Alperia in Sudtirolo: un passaggio che in Trentino non si può fare, vista la presenza di privati che giustamente vogliono portare a casa i loro investimenti.
Il problema energetico è importantissimo e il ragionamento va fatto sempre più, anche perché il costo dell’energia determina poi gli utili delle industrie, dell’artigianato, del commercio e del turismo, ha affermato il consigliere, se si riesce a creare una ricaduta pubblica sul territorio si riusciranno a far calare i costi della produzione.
Alessio Manica ha parlato della sua proposta emendativa, che cerca di ampliare e completare l’obiettivo della mozione: si tratta di uno dei temi centrali del governo del territorio, si è passata l’intera scorsa legislatura a lavorare su tre interventi normativi sullo sfruttamento idroelettrico tutti coscienti dell’estrema delicatezza di ciò a cui si stava arrivando e che ora è rinviato di 5 anni. Sulle grandi concessioni: producono reddito, hanno impatto sui territori, connessioni con gli altri usi dell’acqua, che è bene pubblico per eccellenza che non è solo per uso idroelettrico, ma anche risorsa potabile agricola industriale, si sanno essere un bene su cui si sommano diversi possibili conflitti. Dall’altra, ha affermato Manica, ci sono le piccole concessioni molto cresciute negli ultimi 20 anni che comunque sono risorse importanti per gli enti locali e le realtà sul territorio. Un tema centrale, ha dichiarato e ricordato la delibera della Giunta che transita il termine per le grandi concessioni recuperando un fiato che non c’era più: pare che proprio l’aver recuperato tempo può dare al Consiglio la possibilità di approfondire con calma e serietà cosa fare sul tema dello sfruttamento idroelettrico. Che significa ragionare sia sull’eventuale evoluzione della società che governa il tema (il tema più volte dibattuto è che non sia arrivato il tempo di renderla maggiormente pubblica), ha precisato Manica, sia sondare le possibilità applicative dell’idea che gira da 20 anni dell’azionariato diffuso.
Terzo tema, ha continuato Manica, è il rinnovo delle concessioni: passati cinque anni ci si troverà davanti a diverse possibilità di rinnovo non scontate e piacerebbe che la comunità si presentasse pronta perché al bando pronti non si era. La mozione di Kaswalder chiede di analizzare le scelte negli ultimi 20 anni che hanno portato a costituire una società con forte presenza privata, ha dichiarato ancora il capogruppo del Pd, contestualizzandole perché le situazioni erano diverse, i bilanci erano diversi e il contesto non vedeva l’energia così centrale come lo è diventata negli ultimi 2-3 anni, è giusto analizzare il periodo per capirne le logiche e per capire dove si vuole andare pro futuro.
Rientrano per il consigliere del Pd in gioco i paragoni con Bolzano che ha scelto un assetto diverso che sta dando frutti diversi. Ci possono essere le condizioni perché gli utili della società ricadano anche sul territorio, ha aggiunto il consigliere. Infine sull’emendamento proposto: la volontà è quella di far diventare una commissione con un duplice ruolo, di indagine sul passato e di studio rivolto verso il futuro.
Kaswalder si è detto d’accordo con l’integrazione proposta da Manica e ha chiesto sospensione per fare un ragionamento in questo senso. Nel pomeriggio si sono susseguiti altri interventi oratori e quindi si è passati al voto, che come già detto ha visto 29 consiglieri favorevoli e un solo astenuto. Molto soddisfatto dopo il voto finale, Kaswakder ha voluto sottolineare che questo passaggio consiliare avviene in piena sintonia con quello che fu lo spirito autenticamente autonomista dell’epoca ASAR