Ricordando Walter Caldonazzi
Walter Caldonazzi fu uno dei leader della resistenza cattolica contro il regime nazista in Nordtirol. Arrestato, venne condannarono a morte per decapitazione e fu giustiziato il 9 gennaio 1945.
Per il Südtiroler Heimatbund egli rappresenta – come molti altri prima e dopo di lui – la tradizione tirolese di lotta per la libertà contro il dominio straniero e il fascismo. “Walter Caldonazzi è un esempio luminoso di amore disinteressato per la Heimat, che non teme nemmeno il sacrificio più grande“, ha sottolineato Roland Lang, presidente dell’Heimatbund. Poiché in Sudtirolo non esistono luoghi della memoria dedicati a Caldonazzi, è stato deciso di tenere una piccola cerimonia a Blumau, presso la stele commemorativa per gli internati del campo di concentramento Campo Isarco. Anche i prigionieri di quel luogo furono incarcerati e sottoposti a maltrattamenti per il loro impegno contro il fascismo italiano. “Abbiamo voluto ricordare questo valoroso tirolese con un minuto di silenzio, un breve discorso e un omaggio floreale” ha aggiunto Lang.
Anche il vescovo Muser ha reso omaggio al combattente della resistenza con un messaggio indirizzato al Südtiroler Heimatbund: “La memoria di Walter Caldonazzi e delle molte vittime del sistema criminale nazionalsocialista deve aiutarci a schierarci senza ambiguità per i diritti umani, la libertà di coscienza e di religione, la protezione dei più deboli e per spezzare la logica della violenza e della guerra. Ricordare significa riflettere e dire NO -con il pensiero, la parola e le azioni – alle tendenze che calpestano la dignità umana.”
Caldonazzi simboleggia l’intero Tirolo. Ha vissuto in Nordtirol, ma è nato a Mals, suo padre a Lienz, suo nonno a Bolzano e la famiglia dei suoi bisnonni viveva a Trento, fra Villazzano e Ravina. Il cognome dovrebbe essere originario di Civezzano, su questo particolare si stanno compiendo delle ricerche genealogiche più approfondite. Considerato che Caldonazzi nacque a Mals, il Südtiroler Heimatbund chiede a Josef Thurner, sindaco del comune venostano, di valutare la possibilità di installare una targa commemorativa in suo onore come combattente della resistenza contro il nazismo (NdR: ma potrebbe essere una buona idea ricordarlo anche nel lugo di origine della famiglia, una volta appurato con certezza)
Motivato dalla sua fede religiosa e dalle convinzioni filo-austriache, Caldonazzi fu uno dei leader di un gruppo di resistenza creato aVienna e conosciuto come “Gruppe Maier-Messner-Caldonazzi”. L’obiettivo era riunire persone di ogni corrente politica per lavorare alla fondazione di uno Stato austriaco indipendente con una forte impronta cattolica e un Tirolo riunificato. Si stima che circa 400 membri abbiano operato nella clandestinità. All’inizio del 1944 il gruppo venne scoperto, e Caldonazzi fu arrestato. Il tribunale di Vienna lo condannò a morte per decapitazione, con l’accusa di aver operato per “l’indipendenza dell’Austria“.
In prigione fu sottoposto a gravi maltrattamenti e torture. In una delle sue ultime lettere alla fidanzata scrisse: “Sappiate che dono volentieri la mia vita per la Heimat. […] Sopporto il mio destino con rassegnazione. […] È volontà di Dio che io dia la mia vita per una buona causa.”
Anche il suo ultimo desiderio, prima dell’esecuzione, fu rivolto al suo amato Tirolo: “In quello che mi pare il luogo più bello del mondo, sulla Praa-Alm, collocate per me un crocifisso con una preghiera e le parole: O Tirolo, mia unica gioia, a te è dedicato il mio ultimo sguardo!”