Lo schiaffo “tolomeico” (54)
La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…
Se Hell, com’era prevedibile e scontato, doveva diventare Chiari, per Hellberg fu ancor più scontato essere Montechiaro (Hell=chiaro, Berg=monte). Più banale di così non si può. Anche Halbach ebbe una sorte analoga: Rivochiaro con la variante Dalri (Hell=chiaro e Bach=rio). Idem per Hellweger (Weg=via), quindi Della Via ma anche “Alvico”, altro cognome inesistente nella penisola italica e compare se pur raramente solo in località argentine e messicane. Che si sia ingurgitato l’ayahuasca l’ometto spavaldo? Che si sia appeso alla liana degli spiriti per consultare chissà quale avo e chiedere lumi su Hellweger per trasformarlo in “Alvico”? Mistero… Hendrich ed Hendrigl furono ribattezzati frettolosamente in Endrighi ed Endrighetti… Con Hepperger l’arzigogolo semantico sembra essere più impegnativo: Dalmonte. Probabile che si fece sedurre da Henberger, nome ricorrente di casale oppure da häu, taglio del bosco o da heu, fieno per poi formare un affresco, Dalmonte appunto.
Anche Herbst è un cognome (presente per lo più, almeno all’epoca, a Innichen, Welschnofen, Deutschnofen ma anche a Bozen e Margreid) e come tutti sano, Herbst in lingua italiana sarebbe autunno, che l’ometto gigione adottò per la sua pantomima onomastica. In Südtirol non ebbe comunque spazio perché attualmente della sessantina di famiglie Autunno presenti sul territorio peninsulare qui neanche l’ombra.
Con Herburger giocò la carta esplorativa: dal casale omonimo Hesberg a Sulzberg nel distretto di Bregenz nel Vorarlberg in Ősterreich e forse dall’aggettivo here, amaro, aspro: ed ecco Aspromonti. Anche Aspromonti è fortunatamente oggi assente dalla regione tirolese e presente soprattutto nell’Italia del sud con una ventina di famiglie. Hermann sbrigativamente fu Armanni e Hermeter, Ermeti. (continua)