von mas 25.11.2024 06:45 Uhr

Una Terra…cinque Lingue – Recorc de n fech

Ricordi di un incendio – a cura di Annelise Vian e Maurizio Riz

Veduta di Vigo di Fassa verso Piz de Vich durante la prima guerra mondiale

La maor descurida de l’om l é stat segur chela del fech. Tel cors de la storia l é stat durà per enlumenèr la net, se parèr da la bestia salveres, per cojinèr e per sciudèr. Aboncont l’om l’aea ence entenù che l fech podea esser pericolous ajache l brujèa piantes, bosch, cèses e ence persones. Dachelanvia l’om l à cognù emparèr a l durèr e ence a l sotmeter.

Te noscia valèdes da mont l fèch l à semper abù na gran valuta, per scuidèr ite la majons e sessaben amò de più per cojinèr, ampò l’à fat vegnir fora ence gran meseries. N’outa zacan, la majons les aea enlengia ju l tobià e la stala, dut sot la goces da cuert, chest l era sorì d’invern canche l fiochèa, per aer vejin l bestiam e l fegn per la besties. La cèses les era una apede l’autra e coscita ence i tobié e dut acnt l era fat de legn.

L pericol de l fech l era dassen n muie gran!  Bastèa nia, na saeta, na feliscia o n sturion che ciapèa ite dut a èrder e con encresciment sozedea gran desgrazies. Brujèa no demò na cèsa o n tobià ma l é sozedù che se à brujà n paìsc entriech.

La comunitèdes donca les à cognù semper stèr ascortes a l fech azioché no vegne fora miseries. Per chesta rejon ja te tempes veiores l é stat metù su i sorastanc dal fech e dapò gropes de omin volontadives per jir coran a destudèr i feghes.  Chisc gropes i é mudè tel temp ma i aon amò ence aldidanché, te noscia region Trentin Südtirol, i vegn ca da na veiora tradizion de l’Imper Austro Ungarich, l è i studafech volontadives! No feniron mai de ge sporjer fort develpai de cher per l gran servije che i fèsc a l ben de noscia comunanzes.

 

  • Particolare della casa che si è bruciata nel 1967 - La .casa natale del Principe Vescovo Daniel Zen.

Con chesta paroles dant fora, volon scomenzèr via per i letores de UnserTirol24 na lingia de picoi articoi per recordèr la veiora storia di studafech de noscia val de Fascia.

Anché aboncont ve conton n recort personèl leà a n fech crepà fora ja Vich del 1967.

 

Siere na picola beza, no jie amò a scola.
Enlouta se à brujà la cèsa de chi de Canucia olache l’era nasciù l Piscop Daniel Zen sun Piz de Vich. Nos stajaane sun Piz de Val e te anter nos e la cèsa che brujèa l’era e l’é amò n col.
L fech l era tant gran e fosc l era ence vent che vegnìa ca la felisces e les ruèa beleche soraite nosc picol grop de cèses e tobié

Mie pere l era ja demez a l Lont .
Mia mère, per trei nets, la me à fat jir a dormir regolèda, vertia a sciampèr se fossa stat pericol. Me veide amò dormir soraite let regoleda adertura coi ciuzé e la capa.

Mia mère e i omin , nesc vejins, per n muie de dis, i é jic dì e net a vardèr che no sie nia che coe, ajache se fossa crepà fora fech, se aessa brujà dut nosc cianton de cèses.  Da nos per grazia no l é sozedù nia.

Via Canicia se à brujà la stala e l tobia, e la cèsa la é stata ruinèda da l’èga per destudèr l fèch. I studafech volontadives i é stac bogn de salvèr la persones e l bestiam ma i dans i é stac dassen n muie gregn e l spaent à tocià dut l paìsc.

L’é n recort che no é mai desmentià!

 

Peisse amò a la familia tocèda da chela gran desgrazia.
Peisse amò a mia mère, a contant che la sarà stata sprigolèda ma ence a cotant ardiment che l à abù a veièr su noscia familia e noscia majon.
E peisse a cotant che à lurà e struscià i studafech volontadives per salvèr la persones, per destudèr chel gran fech.

Chest recort ne fèsc pissèr sora e recordèr coluna gran valuta che l é per noscia comunanzes aer i studafech volontadives. Pisson che sie bel cognoscer sia storia veiora aboncont de chesta ve contaron ti meisc che vegn.

  • Piz de Vich e la casa come si presentano adesso.

La scoperta più sensazionale per l’uomo è stata sicuramente quella del fuoco. Il fuoco nel corso dei secoli è stato usato per illuminare la notte, per spaventare gli animali selvaggi, per cucinare e per riscaldare. L’uomo aveva pure capito che il fuoco può essere pericoloso perché incendia le piante nei boschi, brucia le case ed anche le persone. L’uomo ha quindi dovuto imparare ad utilizzarlo ed anche controllarlo.

Nelle nostre vallate di montagna il fuoco ha sempre avuto una grande importanza per riscaldare le case e soprattutto cucinare il cibo, ma è stato anche un elemento molto pericoloso.

L’usanza del mondo contadino è sempre stata costruire la casa, la stalla ed il fienile in aderenza l’un l’altro, in modo da avere la facilità di controllare meglio il bestiame ed avere il foraggio, per governare gli animali, a portata di mano. Il fienile era ed è spesso costruito in legno in modo da areare e stagionare meglio il fieno e le granaglie.

Bastava però anche un solo tizzone ardente, una scintilla, un fulmine per far scoppiare un incendio. Gli incendi avevano spesso esiti devastanti distruggendo non solo il fienile e la casa adiacente, ma un intero agglomerato di case se non addirittura un intero paese.

Per questa ragione gli abitanti di montagna, hanno dovuto sempre fare molta attenzione al fuoco scongiurando le possibili disgrazie. Già in tempi antichissimi le comunità si sono dotate di gruppi di uomini volontari che accorressero in caso di incendio. Questi gruppi, nel corso dei secoli, sono mutati ma sono ancora oggi presenti nei nostri paesi di montagna. Fra l’altro nella regione Trentino – Südtirol, da un’antica tradizione austriaca, i vigili del fuoco sono volontari.
Non li ringrazieremo mai abbastanza per il loro l’impagabile servizio.

 

Con questa premessa, iniziamo, per i lettori di UnserTirol24, una serie di articoli per conoscere e ricordare l’antichissima storia dei vigili del fuoco volontari della val di Fassa.

Oggi però vi raccontiamo un ricordo personale legato ad un incendio accaduto a Vigo di Fassa nel 1967.ù

Ero ancora una bimba non andavo nemmeno a scuola.  In quell’anno scoppiò un incendio nella casa della famiglia Pellegrin la quale era anche casa natale del Principe Vescovo di Bressanone Daniel Zen. Era situata in località Piz de Vich, noi abitavamo in località Piz de Val e fra le due località c’era e c’è ancora un colle.

L’incendio era davvero furioso, purtroppo c’era anche vento e le scintille arrivavano quasi sopra i tetti delle nostre abitazioni.

Mio padre era già partito per il lavoro stagionale nel Südtirol.
Mia madre per tre notti mi fece dormire vestita pronta a scappare se ci fosse stato pericolo.
Mi sembra ancora di vedermi, piccola bimba, sdraiata sul letto vestita calzando già le scarpe e con in testa il berretto.

Mia madre e gli uomini, nostri vicini, per parecchi giorni, sorvegliarono giorno e notte le abitazioni per scongiurare un inizio di incendio. Se una delle case o un fienile avessero preso fuoco si sarebbe bruciato tutto il piccolo angolo di paese.

Fortunatamente non successe nulla.

I vigili del fuoco volontari lavorarono giorno e notte presso l’abitazione incendiata, riuscendo a salvare le persone ed il bestiame. I danni comunque furono ingenti, si bruciarono il fienile e la stalla, l’abitazione rimase danneggiata dall’acqua dello spegnimento, tutto andò distrutto. La disgrazia per la famiglia fu davvero enorme e lo spavento toccò tutto il paese.

È un fatto che non ho mai dimenticato!

Penso ancora alla famiglia che ha faticato tantissimo a risollevarsi, ha comunque rifatto la casa dove ora si trova anche un ristorante dedicato al Principe Vescovo di Vigo Daniel Zen.
Penso a mia madre, a quanto sarà stata spaventata e quanto coraggio ha avuto vegliando sulla nostra casa e sulla nostra famiglia.
Penso ai vigili del fuoco volontari, alla loro dedizione, al loro coraggio e al tempestivo intervento che ha salvato le persone e spento l’incendio.

Questo ricordo ci porta a riflettere sull’importanza che hanno per le nostre comunità i vigili del fuoco volontari.

Pensiamo che sarebbe bello anche conoscerne la storia e l’evoluzione ma di questo scriveremo nei prossimi articoli.

  • Piz de Vich come si presenta adesso e che comunque non è cambiato tanto dal 1967
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