Lo sapevate che…
In 11 volumi raccoglie le fonti documentarie dei diritti e dei feudi del principato, costituendo un codice che da lui prende il nome di “clesiano”. Bernardo Cles promuove, tra le tante cose, un ampio rinnovo urbanistico che comprende, fra le opere più significative, la ricostruzione della chiesa di S. Maria Maggiore in forme rinascimentali (1520-1524) e la sistemazione e abbellimento del centro cittadino, ottenuti allargando le strade principali e favorendo la decorazione delle facciate delle case ad esse prospicienti. Per volere del Cles viene edificato (1533) il santuario dell’Assunta a Civezzano (1538), località non distante da Trento, mentre vengono attuati interventi di ampliamento nei castelli trentini di sua proprietà, quali ad esempio Stenico e Toblino. A Cles in Val di Non, il Principe Vescovo si impegna finanziando la riedificazione della chiesa parrocchiale ed apportando miglioramenti nel castello di famiglia.
Il nome di Bernardo Cles, tuttavia, resta legato soprattutto ai lavori di edificazione e decorazione, iniziati nel 1528 e conclusi nel 1536, del Magno Palazzo al Castello del Buonconsiglio, dove, sotto l’attento controllo del Principe Vescovo, lavorarono alcuni tra i migliori artisti del tempo: Dosso e Battista Dossi, Girolamo Romanino, Marcello Fogolino, Vincenzo Grandi, Alessio Longhi e Zaccaria Zacchi. Oltre ad essere un abile politico ed un colto umanista, Bernardo Cles, creato cardinale su proposta di Carlo V nel 1530, non trascura i suoi doveri pastorali. Nel 1537-1538 porta a termine la prima visita pastorale nella storia della diocesi di cui, prima del Concilio, sia rimasta una documentazione scritta.
Figlio di Ildebrando, consigliere aulico presso la Casa d’Austria, compie studi retorici a Verona, trasferendosi poi a Bologna dove consegue la laurea in diritto canonico e civile. Nel 1512 diviene canonico della cattedrale di Trento e collabora con il vescovo Giorgio Neideck, che lo nomina suo consigliere, inviandolo, insieme ad altri suoi collaboratori, a Trento a governare il Principato durante la sua assenza. Nel 1513 l’imperatore Massimiliano lo chiama ad Innsbruck a far parte dei suoi consiglieri, ma nel giugno dell’anno successivo, morto Giorgio Neideck, il capitolo di Trento elegge all’unanimità Bernardo Cles nuovo vescovo. I numerosi impegni connessi al suo ruolo politico internazionale obbligano il neoeletto Principe Vescovo a rimandare la sua solenne entrata a Trento, con effettiva presa del potere, all’8 settembre 1515.
Durante gli anni del suo principato Bernardo Cles, pur intrattenendo rapporti strettissimi con papi, governanti e intellettuali di livello internazionale (come, fra gli altri, Erasmo da Rotterdam), tiene sempre presenti gli interessi del territorio che governa, piccolo come superficie, ma di rilevante importanza strategica. Soprattutto facendo leva sulla posizione geografica del Principato Vescovile di Trento, egli ottiene che il nuovo concilio della Chiesa cattolica si tenga in questa città e si adopera concretamente per preparare la strada al grande evento religioso e politico.