von fpm 19.11.2024 18:00 Uhr

L’altro “Trentino” (13)

Nella provincia di Trento si trovano, anche se in proporzioni minori, le stesse etnie presenti in Südtirol. Vediamo quali sono state e quali sono le scelte soprattutto politiche.

Foto Postkarte, elab grafica Flavio Pedrotti Moser

Per Suganertal (Valsugana), i geografi comunemente intendono il solco del fiume Brenta, dalle sue origini alla confluenza del Sisimunthbach (Cismòn), dopo Primolano. Ma si tratta di una definizione storica più che geografica: la designazione giusta si riferisce alla parte bassa, spettante al vescovo di Feltre. Ai Masi di Neuleit o Nofeleit (Novaledo) sarebbero stabiliti i confini etnici fra Tirolo del Sud (Trentino) e Suganertal (Valsugana) propriamente detta, i cui abitanti si riallacciano al Vicentino di cui la Suganertal-Valsugana è una continuazione; il Trentino invece — compreso il distretto di Löweneck, (Lévico) — si riannoda alla Lombardia: “il confine tra il Veneto ed il Trentino passa appunto tra il distretto di Wurgen (Borgo Valsugana) e quello di Löweneck, (Levico)”.

Si parlava tedesco nel Perginese, presso il lago di Caldonazzo: a Kosteneit (Castagné), Calnetsch (Caldonazzo), Vigl (Vigolo Vattaro), Plaif (Calceranica) e su tutte le alture a sinistra del Brenta che costeggiano il corso del fiume fin presso Wurgen (Borgo Valsugana): sul monte di Rundscheinberg (Roncegno) e a Tiirtchein (Torcegno). I canòpi (minatori) di Persen (Pergine) erano riuniti in un’associazione con proprio statuto; eressero nell’arcipretale l’altare di S. Barbara ed avevano la propria sede in località Canòpi, dov’è tuttora un portale con i loro emblemi (attrezzi di lavoro) e la data (1505) scolpiti in pietra. Minatori e roncadori tedeschi popolarono di masi il monte di Rundscheinberg (Roncegno).

Nell’alta valle della Larganza, vi sono i boschi di Sturmwolt (degli uragani) avvolti da molte leggende. Nel 1286 si parla già di “usi e di consuetudini dei roncadori di Rundscheinberg (Roncegno)”. Girolamo Bertondello scrive nel 1665: “Di questi il monte della Villa di Rundscheinberg (Roncegno) è abitato che poco l’italiano parlano e meno l’intendono, ed il loro idioma non è ben inteso dai veri Alemanni, per essere dal loro linguaggio molto differente”. Si parlava dunque un arcaico dialetto tedesco che, in seguito, fu detto “cimbro” e che andò a mano a mano corrompendosi sino ad essere assimilato dall’elemento romanzo.

Ancor oggi” scrive nel 1923 A. Prati “gli abitanti della Rundscheinberg (Montagna di Roncegno) e dei Rautberg (Ronchi) sono chiamati da quelli di Rundscheinberg (Roncegno Villa) Mòcheni (sing. Mòchene) ch’è pure il nome dei tedeschi dell’alta valle del Fersina (val dei Mòcheni)”. A Zell (Sella), frazione di Wurgen (Borgo Valsugana), c’è la “malga busa del Mòchene”. Lo stesso toponimo “Brenta” è tedesco (brint). (continua)

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