Rapporto sulle povertà
Nel corso dell’anno 2023 sono state 2.500 le situazioni personali o familiari di bisogno incontrate dalla Chiesa di Trento, attraverso i Centri di ascolto Caritas sul territorio e l’attività di Fondazione Caritas Diocesana (FCD). Poco meno di 800 i volontari coinvolti, accanto a 70 operatori professionisti di FCD.
I numeri sono in linea con il precedente Rapporto, quando i casi segnalati furono poco più di tremila, riferiti però a 28 Centri di Ascolto (sui 38 complessivi), tre in più rispetto a quest’anno. Non tutti i Centri zonali e i Punti di ascolto parrocchiali riescono a fornire un report puntuale della loro attività durante la raccolta dati, pur garantendo un servizio stabile sul territorio.
I dati dell’attività Caritas – è stato ribadito nella conferenza stampa di presentazione dei dati alla luce del Rapporto – raccontano solo uno spaccato dell’universo della povertà in Trentino dove le statistiche attestano, su una popolazione di 545 mila abitanti, la presenza di quasi 58 mila persone a rischio di povertà o esclusione sociale e oltre 17 mila alle prese con una deprivazione materiale e sociale grave.
Ciò che più preoccupa – ha esordito l’arcivescovo Lauro – è che i dati vengono registrati ma non creano sussulto. Fa paura una società, ma anche un mondo ecclesiale sonnolento, che non s’accorge e non vuol vedere. Questa è la povertà più grande: un mondo che non ha più compassione, intesa non come pietismo ma come capacità di farsi carico e di assumersi le storie affaticate”.
Secondo monsignor Tisi “c’è una deflagrazione del tessuto sociale, un venir meno dei fattori comunitari. Genera povertà il procedere senza gli altri, la dinamica dell’uomo dalla zampata vincente, anche sul piano politico, con partiti identificati in una persona”.
Tisi sottolinea inoltre come “la povertà colpisca soprattutto il mondo giovanile e i dati ci dicono quanto i giovani non siano nell’agenda politica e talvolta anche ecclesiale”. “Vi sono poi – aggiunge l’Arcivescovo – molti anziani che hanno rinunciato a curarsi e alla prevenzione sanitaria. Vi sono fenomeni di disagio importante sul versante relazionale e della fatica psichica”.