von mas 09.10.2024 17:03 Uhr

“Švejk”, un premio per gli attori del CSM

Gli attori del Centro di salute mentale di Cles e Mezzolombardo protagonisti del Premio di fotografia Musa 2023 e del Festival  di fotografia Grenze.

Immagine di scena «La vita di un buon soldato» [Francesca Dusini / Comunicato APSS]

Il lavoro fotografico di Francesca Dusini “Švejk” nasce sul set della serie tv «La storia di un buon soldato» (regia di Elena Galvani, Jacopo Laurino, Marco Rauzi), ispirata alle opere di Hašek e Brecht che narrano le vicende del «buon soldato» Švejk, simbolo di una resistenza pacifica al regime e alla guerra. Švejk, con il suo modo di agire e ragionare «non ordinario», mette in crisi il sistema organizzato e ferreo del Terzo Reich.

Nei momenti di prova, approfittando delle pause tra i ciak o durante le riprese stesse, l’occhio attento di Francesca Dusini cattura ciò che accade sulla scena, dove gli attori si cimentano con l’umorismo nero delle vicende del «buon soldato» Švejk. A portare in scena «La storia di un buon soldato» sono attori non protagonisti, in gran parte utenti del Centro di salute mentale di Cles e Mezzolombardo. Intrecciando le proprie vite e caratteristiche con quelle dei personaggi, con la loro umanità, singolarità e soprattutto una straordinaria espressività, danno un’interpretazione unica di un’importante opera. La forza espressiva degli sguardi e dei gesti dei protagonisti è avvolta in un’atmosfera che cerca di trasmettere la cornice in cui è ambientata la vicenda, quel cupo periodo storico che resta sullo sfondo anche nei momenti di (tragi)comicità.

«La storia di un buon soldato» è una produzione realizzata da Stradanova Slow Theatre in collaborazione con la Fondazione Museo storico, Trentino Film Commission, Comunità della Valle di Non, Exformat Movie srl.

I laboratori teatrali del Centro di salute mentale di Cles e Mezzolombardo realizzati in collaborazione con Stradanova Slow Theatre cominciano nel 2008 e hanno all’attivo diversi spettacoli e recital. Alla base dell’esperienza teatrale c’è la ricerca di contatto e contaminazione con il territorio: agli spettacoli partecipano anche gli esterni che scelgono di fare un’esperienza teatrale particolarmente coinvolgente. Il risultato è un teatro in costante movimento, in cui nessuno può sentirsi veramente «normale».

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