von fpm 13.10.2024 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (47)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

Gutwenger e Gutweniger saltano direttamente in Campobòno e cioè nel campo dei cognomi inventati, un campo ormai, come si è visto, cosparso di cognomi assenti dalla mappa italica. Da dove gli sia arrivata questa folgorazione bislacca rimarrà un mistero… ma è con Haag che supera i confini junghiani e lo trasforma in Aghi… non può essere associato a nessun lemma tedesco perché ago in tedesco si dice Nadeln; dunque, per venirne a capo si dovrà scomodare il transfert junghiano e rimarcare la connessione dell’anziano maniaco con le sonorità (la località Laag, vicino a Salurn, ad esempio, per lui divenne Laghetti… roba da matti). Con Haas non ha dovuto sforzarsi più di tanto perché ha preso in prestito Hase, che in italiano sarebbe lepre e lo ha adattato ad Haas con Lepre o Lepri…E Haber? Che fare con Haber, avrà meditato… considerando che probabilmente fosse una variante di Habel attraverso Haberle, scelse Abeli, cognome attualmente assente dal nostro territorio e presente con poche unità per lo più in Lombardia.

Con Haberle, variante di Haberl, diminutivo di Hadubert, si è giocato la carta Adobertelli e/o Bertelli, facendosi presumibilmente condizionare di nuovo dall’assonanza. Con Habersatter però osò strafare e scelse Dall’Avena… Che abbia manipolato la parola Hafer, cioè avena in italiano e l’abbia rimodellata? Può essere. Difficile, come ormai si sa, entrare nel maelstrom celebrale dell’ometto. Con Habicher ebbe la via spianata perché è probabile abbia pensato ad Habich, che sarebbe avvoltoio e anche falco e quindi appiccicato Falchi ad Habicher

Hackhofer e Hackl furono per lui una sciarada risolvibile con diverse interpretazioni: Dalla Siepe, di nuovo Aghi, poi Aghetti e anche Macellai… In tedesco siepe si dice Hecke, dunque, ancora una volta si fece sedurre dall’assonanza… di aghi abbiamo già detto… e macellai? In tedesco macellaio è Metzger anche Schlächter, dunque poco associabili… mah… (continua)

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