von fpm 06.10.2024 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (46)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

Per Gufler, cognome molto diffuso in tutto il Südtirol, l’esuberante ometto in modalità annientatrice, propose Cóvoli o Covelli. Guggenberg e Guggenberger invece, si appisolarono su Moncucco… è del tutto probabile che questa volta il ducetto si sia inoltrato tra i vari significanti lessicali tratti dal dialetto tirolese: Guggu, infatti, sarebbe il cuculo e vecchio come il cucco si dice gugguålt… Berg, è montagna ed ecco fatto: Moncucco. Ma una targa come miglior arzigogolista gliela vogliamo dare al vecchietto? Ma ancor più arzigogolato sembrerebbe Guggenbichler che diventa ColcuccoBichl, del resto, sempre in dialetto tirolese sarebbe colle o collina… Chissà, forse aveva tra i suoi adepti servitori qualcuno che conosceva bene il dialetto locale. Ed ecco un’altra stramberia: Gumpold con cui evidentemente aveva bisticciato cercando un sostituto italico e si impegolò con Gompoldi o Gondobaldi riproponendo l’ennesima inventiva dato che nessun cognome di quel tipo esiste in Italia.

Stessa sorte per Gunther o Günther a cui abbottonò Gontari… anche questo inesistente. C’è da chiedersi chissà cosa pensassero i collaboratori e compari di merende del bizzarro barbetta posseduto dall’italianizzazione quando dovevano trascrivere quei cognomi concepiti senza una se pur italica esistenza. Per Guntsch andò a pescare nel suo repertorio toscano e scelse Gonzi (in Toscana ne esistono un centinaio) del tutto assente in Trentino Südtirol dove esiste Gunz e la variante Gónzo che però deriva dal nome di persona Gónzone.

Gurschler cognome assai diffuso nella provincia di Bozen, da Kaltern a Mals, fu Corticelli (cognome molto diffuso in Emilia-Romagna ma assente dal Trentino Südtirol) o Corselli (presente soprattutto in Sicilia). Difficile intuire da dove sbocciò l’associazione… Gutgsell divenne Boncompagni e anche questo di difficile interpretazione anche evidenziando “gut”, buono… “sell” in dialetto tirolese semmai ha vari significati: questo, colui che, un tale… pronomi che chissà, furono forse interpretati eufemisticamente per “compagni” … Più facile casomai capire ma non giustificare Bonòmo o Bonòmi per Gutmann… (continua)

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