von fpm 01.10.2024 14:00 Uhr

China Open

Sinner non subisce almeno per ora lo stress, vince contro Lehečka e va in semifinale

Foto web, elab grafica fpm

Jannik Sinner vola in semifinale a Pechino vincendo i quarti in due set contro il ceco Jiří Lehečka. Il sudtirolese ha vinto il primo set per 6-2 e il secondo set al tie-break 7-6 (8-6). Il primo set è volato via come un falco pecchiaiolo sopra i cieli calabri ma nel secondo set Sinner è stato impegnato più del previsto, quando Lehecka ha mostrato un gioco più concreto e meno falloso. Il ceco ha avuto due palle break nell’undicesimo game, sventate da Jannik grazie al servizio, nonostante un doppio fallo. Si è arrivati al decisivo tiebreak, vinto da Sinner 8-6, dopo che Lehecka era stato avanti 4-6. Per Sinner questo match segna il cinquantottesimo successo dell’anno.

Non si dice certo qualcosa di strano sottolineando che in effetti non c’è stata partita: già nel primo set, Jannik è stato molto incisivo con un servizio pulito e adeguato a sottomettere il ceco ad un pressing costante. Lehecka di fatto non è stato mai capace di trovare strategie adatte a premere, anzi, desigual che scorrono i game, ha dato la sensazione di essere in balia del gorgo che risucchia nella confusione. La sinologia tratta il tennis di Jannik con rispetto e lui sul cemento va via come un cerbiatto sui monti tirolesi documentando chiaramente che ci si trova bene.

Nel secondo set, sembrava fosse in atto l’altalena dell’equilibrio anche se la produttività sinneriana non sembrava mutare più di tanto. Fatica sì, quella c’è stata.  Lehecka è stato bravo a non cedere facilmente ma anzi a giocare come fa chi non vuole perdere. Il decimo game ha dato la svolta: sono arrivate le prime palle break per il ceco, con Jannik che ha commesso anche due doppi falli. Situazione ancora più complicata nel tie-break, con Sinner che ha annullato due set point, andandosi a vincere la sfida.

La prova di Jannik è stata efficace anche sotto l’aspetto mentale perché non è certo facile giocare con il fiato WADA sul collo. Si presume sia stata inserita la modalità zen, anzi, zazen… e così l’algido atleta, tirolese nel cuore e nella testa, ha fatto capire a chi dopo averlo punto ancora lo punge che lui percepisce, non pensa e usa l’istinto.

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