von mas 17.09.2024 18:41 Uhr

“Costretti a combattere per l’oppressore”

A Lavis è stato restaurato il Monumento ai Caduti

Si è concluso il restauro del monumento ai caduti nel cimitero di Lavis. Realizzato da Stefano Zuech nei primi anni venti del ‘900, il manufatto ricorda i molti caduti di Lavis durante la Prima Guerra Mondiale. Il monumento è stato scolpito nel marmo di Laas e reca, nella parte alta, il grande Cristo benedicente: “Pax Vobis”. Alla base furono aggiunti anche i caduti della Seconda Guerra Mondiale.

A eseguire i restauri è stata la ditta Bronzini Restauri di Rovereto. Nel mese di novembre, in occasione della commemorazione dei caduti, ci sarà un momento di raccoglimento proprio davanti al rinnovato monumento.

Combattere per l'oppressore

Quella che si legge sul Monumento ai Caduti di Lavis è una frase che, talvolta con altre parole ma con lo stesso identico senso, spesso troviamo sui monumenti che, nella nostra Terra, ricordano i nostri nonni e bisnonni caduti con la divisa austriaca, la “montura giusta”.

Niente di strano, nel Ventennio: le diciture da apporre sui Monumenti ai Caduti, le dimensioni e la collocazione degli stessi, spesso nascosti in un angolo del cimitero, erano quelle previste dalle circolari. Grandi onori, spazi, visibilità, erano invece riservati ai (pochissimi) che, tradendo la Heimat, la Vaterland e la loro stessa Terra, avevano cambiato esercito. La Legione Trentina prima ed il fascismo poi fecero per bene il loro lavoro, fino a che il ricordo dovette diventare un affare strettamente privato, e la memoria finì con l’annacquarsi e il perdersi

La storia non si cancella, si dice sempre, quindi la scritta sul monumento ai Caduti di Lavis resterà questa. Ma ci aspettiamo – come è avvenuto in altri casi, per esempio a Pinzolo – essa venga storicizzata: una targa o un totem che spieghi il contesto storico e che renda giustizia ai nostri nonni e bisnonni, che difesero l’Inpero, ma che soprattutto difesero Vaterland e Heimat, ci pare indispensabile.

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