Tracce di fede: Il San Cristoforo di Pinzolo
Tracce di fede, indelebili. Sono quelle che caratterizzano l’intero territorio tirolese. A volte sono segni importanti, dipinti o sculture di artisti noti e famosi. Altre, forse la maggior parte, sono opera di semplici artigiani dotati di senso artistico e di innata manualità , altre ancora sono il risultato dell’impegno, elementare ma originale, del proprietario del fondo o del maso. Ma di qualsiasi opera si tratti, questi segni stanno a testimoniare la fede
L’antichissima chiesa di San Vigilio a Pinzolo è un vero scrigno pieno zeppo di tesori, artistici e di fede. Si hanno notizie della presenza di una cappella dedicata alla Madonna, a San Vigilio ed all’Arcangelo Michele fin dal primo millennio, mentre il primo documento che menziona la chiesa è del 1232.
Oggi non parliamo della stupefacente Danza Macabra di Simone Baschenis, ma di un dipinto di epoca precedente che troneggia sulla stessa parete che ospita il Trionfo della Morte, fa questa e l’ingresso laterale che lo ha parzialmente cancellato.
La figura di San Cristoforo, gigantesca come di consueto, viene fatta risalire al XIII secolo. L’immagine è piatta, ad un’unica dimensione, i colori uniformi nei toni rossastri della terra. Il volto del Santo pare quasi inespressivo, con i grandi occhi rotondi, gli altri lineamenti sbiaditi dal tempo, la folta capigliatura che si confonde con l’aureola, proprio come quella del Bambino, che con una mano regge un libro sacro e con l’altra benedice chi lo viene ad invocare.
Particolare il bastone con cui San Cristoforo si sostiene nell’attraversare le acque impetuose del fiume: più che un bastone pare una forca… quasi che il santo fosse un contadino rendenero che si appresta a varcare la Sarca, portando sulla spalla il più prezioso dei tesori…