Inaugurato il Sentiero Major Malina
E’ stato inaugurato domenica in val Genova il sentiero storico-culturale dedicato al Major Anton Malina, figura di grande importanza nel contesto degli eventi della Guerra Bianca essendo stato l’ufficiale dell’esercito imperiale che più a lungo rivestì il ruolo di comando del Sottosettore Fontanabona. L’opera – nell’ambito di un progetto più ampio che vede la cooperazione fra Parco Naturale Adamello Brenta, APT Madonna di Campiglio e Centro Studi Judicaria – è stata realizzata con un lungo lavoro non solo operativo sul posto, ma anche di studio e di ricerca, grazie al quale è stato possibile rintracciare e coinvolgere i discendenti di Malina, che per l’occasione hanno organizzzato un vero e proprio “raduno di famiglia” in valle.
Tante le persone che hanno voluto essere presenti alla cerimonia, accolte sul terrazzamento della Baracca Comando dal suggestivo concerto introduttivo della Böhmische Judicarien: gente ed associazioni del posto, appassionati di storia – della nostra in particolare – collaboratori del parco e loro familiari, gli Schützen con il Landeskommandant Cestari e la Ehrenformation del Battaillon Judicarien, una Fahnenabordnung dell’Ortsgruppe Lavarone – Lafraun dei Tiroler Kaiserjäger.
E poi le autorità: il presidente del Parco Walter Ferrazza, con il direttore Matteo Viviani e l’assessore Giovanna Molinari; tanti amministratori e sindaci, in primis quello di Giustino Daniele Maestranzi; Franco Marzatico insieme ad alcuni colleghi della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia; il presidente dell’APT Madonna di Campiglio Tullio Serafini e con lui Frank Salvadori, in rappresentanza anche del Centro Studi Judicaria; e poi l’architetto Daniele Bertolini e l’artigiano-artista Christian Pohl che ha realizzato le sagome in corten che caratterizzano il Sentiero.
La cerimonia si è aperta con la Santa Messa celebrata da Padre Artemio e, dopo la Ehrensalve ed i discorsi ufficiali, si è conclusa con il classico taglio del nastro
“Un sentiero che racconta la Storia e la guerra, ma lo fa andando oltre agli aspetti bellici o tecnici, oltre anche a quelli – assolutamente meravigliosi – naturalistici; il Sentiero Malina racconta soprattutto le storie di tante persone, di uomini e di donne, usa le loro parole per parlare di sofferenza, di disperazione, ma anche di speranza e di amore” è stato detto nell’introduzione alla cerimonia.
“Se una generazione ignora il passato è costretta a ripeterne gli errori in futuro – ha sottolineato il presidente del PNAB Ferrazza, continuando nel solco dell’indirizzo di saluto del sindaco di Giustino – Questo sentiero dedicato al Major Malina, assieme ai musei di Spiazzo e Giustino, è uno dei tre luoghi principali in val Rendena che più ci rammentano l’importanza di riflettere sul valore della pace. Al cospetto di questa natura meravigliosa, che fa da contraltare a ricordi tanto dolorosi, dobbiamo avere la capacità di pensarci come parte dell’ambiente e del Creato”. L’assessore Giovanna Molinari a sua volta ha detto che “la natura con il passare degli anni si è ripresa molti segni della guerra, ma l’uomo deve recuperarli, per mantenere viva la memoria storica”.
Ma le parole più toccanti sono state quelle di Lis, nipote del Major Anton Malina, anzi, di “nonno Tono”. A nome della famiglia ha ringraziato tutti, in particolare Rudy Cozzini e Manuela Sartori i quali, con una ricerca lunga e complicata, che non sempre ha seguito le vie canoniche, sono riusciti a mettersi in contatto con loro: “Giungendo qui, conoscendoli di persona, parlando con loro, camminando insieme su questo sentiero, li abbiamo sentiti diventare quasi una parte della nostra famiglia. Ieri abbiamo avuto la possibilità di essere qui da soli: arrivare in questo luogo, vedere la sagoma del nonno, accorgersi di quanto mio fratello Heinz gli assomigli nella figura e nei gesti, ci ha profondamente commosso e non abbiamo saputo trattenere le lacrime. Vi siamo infinitamente grati. Oggi ricordiamo nostro nonno – ha concluso Lis Malina – ed insieme a lui vogliamo ricordare i nonni di tutti voi, quelli che hanno condiviso gli stessi tragici momenti, la stessa disperazione, le stesse speranze”
Quindi è stata la volta di Gundi, un’altra nipote di Anton Malina, figlia di Herbert, l’ultimo dei suoi quattro figli, nato mentre il padre era proprio qui in Fontanabona: a lei è toccato il compito di tagliare il nastro inaugurale.
La cerimonia si è conclusa sulle note dell’Inno alla Gioia “simbolo di quell’Europa i cui semi erano già presenti nell’Impero Austriaco – multietnico, multilingue, multiconfessionale – quell’Europa delle persone e dei popoli, quell’Europa che – purtroppo – non siamo ancora riusciti a costruire“