von fpm 06.07.2024 10:00 Uhr

6 luglio 1934 – 6 luglio 2024: novanta volte 8126 (1)

Pubblichiamo una interessante riflessione di Maria Sofia Rebessi (Giulia per gli amici) insegnante di Lettere che da tempo esplora il pianeta tirolese rilevando analogie molto stimolanti…

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Sarà capitato a chiunque sia andato a fare qualche percorso sulle montagne südtirolesi di trovare delle bandierine di cinque colori garrire, magari accanto al caratteristico labaro biancorosso munito di aquila. Ebbene, trattasi delle bandierine tibetane di preghiera che, per precetto religioso, si espongono all’aperto e devono essere consumate dal vento.  Ogni colore ha un significato proprio: il bianco simboleggia l’aria, il rosso è il fuoco, il verde l’acqua, il giallo la terra e il blu il vento. Rappresentano altresì le direzioni: Nord, Sud, Est, Ovest e Centro.  I legami fra Tibet e Tirolo storici non si esplicano solo tramite particolari di questo tipo, ma sono il risultato di una storia che dura da ben novant’anni.

Il 6 luglio, infatti, cade il novantesimo anniversario del primo contatto fra i due contesti, in quanto gli scalatori tirolesi Erwin Schneider e Peter Aschenbrenner riuscirono a toccare quota 7900 metri sul Nanga Parbat, cima che, prima dell’anno Mille, era compresa nei territori dell’impero tibetano.  Il 6 luglio, poi, sarà anche il compleanno di due personalità, che furono anche carissimi amici e che hanno contribuito a rafforzare le relazioni internazionali fra i due luoghi anche a livello mondiale, e cioè Sua Santità il Dalai Lama, guida spirituale del Tibet, e Heinrich Harrer, alpinista carinziano autore di Ritorno al Tibet e Sette anni nel Tibet (che ha ispirato l’omonimo film di J. J. Annaud). Quale data migliore per approfondire due realtà che sono molto simili, a dispetto della distanza puramente geografica?

Tanto per cominciare, storicamente parlando, entrambi i territori erano molto più estesi rispetto a quelli attuali e sono partiti da un castello come nucleo fondatore, rispettivamente Taktsé e Schloss Tirol.  L’impero tibetano (618-842) si estendeva anche in Tagikistan, Afghanistan, Pakistan (dove appunto è collocato il Nanga Parbat adesso), India (per la precisione in Ladakh, dove esistono ancora dei monasteri in stile tibetano, Jammu e Kashmir, Himachal Pradesh e Uttarakhand), Nepal e Bhutan.

Allo stesso modo, la Grafschfat Tirol (Contea del Tirolo), poi Contea Principesca del Tirolo fu un’entità territoriale indipendente nell’ambito del Sacro Romano Impero suddiviso tra il Tirolo austriaco, il Tirolo Meridionale (o Tirolo del Sud) (provincia di Bozen e Trient) e alcune piccole porzioni del Veneto (tra cui Cortina d’Ampezzo) e della Lombardia. Per alcuni anni comprese anche l’Engadina in Svizzera. Dal 1259 sino al 1420 la capitale fu, prima Meran, poi Innsbruck. (continua)

 

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