Briciole di Memoria: Cronache in tempo di guerra
Da imitarsi!
Leggiamo nel Burggräfler:
“Tutti gli avvocati di Merano e di Bolzano che non furono richiamati alle armi, si sono dichiarati disposti a prestare la loro assistenza legale gratuitamente, a dare consigli in materia legale, ad assumersi l’ufficio di rappresentanza o di tutela pure gratuitamente a tutte le famiglie dei richiamati che ricorreranno a loro bisogni, e ciò per tutta la durata della guerra.
Questo degli avvocati di Bolzano e di Merano è un atto che li onora altamente ed è certo degno di essere imitato anche altrove.
Ai proprietari di quartieri
In seguito allo scoppio della guerra, molte famiglie venenro a mancare del loro unico aiuto e sostegno e senza la minima loro colpa sono cadute nella più squallida miseria.
In questi tempi difficili è dovere di tutta la popolazione di aiutarsi a vicenda e di dimostrare quello spirito di fratellanza che appalesa la grandezza di un popolo.
Ciò che in questi tempi preoccupa di più nelle nostre famiglie e fa loro provare duramente le conseguenze della guerra, è l’impossibilità di pagare per intero o anche solo in parte, il prezzo di pigione.
L’I.r. Luogotenenza con sua circolare invitava perciò le autorità politiche ad influire in modo opportuno sui proprietari di case, perchè procedano verso i loro inquilini con tutti i possibili riguardi.
L’accordare la possibilità di pagare più tardi o in piccole rate il loro debito, in una parola il venire incontro alla critica situazione in cui si trovano queste povere famiglie, è certamente uno dei mezzi più belli per i proprietari di case per porgere il loro aiuto, e il Municipio di Trento si attende che da noi non si verifichi alcun caso in cui si debba lamentare un procedere meno che generoso in confronto degli inquilini.
Sono partiti!
Sfilarono per le vie della città con la banda del reggimento in testa, svoltarono in Piazza Dante, entrarono nella stazione. Qui era una folla senza numero. Ai partenti fu offerto qualche cosa da bagnarsi l’ugola. Cercarono tutti di apparire ilari o per lo meno disinvolti, anche nel momento supremo della separazione, quando un evviva prolungato scoppiò da mille petti cui fecero eco evviva e canti mentre il treno, recante numerose scritte italiane e teesche e il ritratto del Sovrano adorno di verde, si dileguava verso il nord.
Anche la folla allora si dileguò. Il tramonto dava riflessi di rosa al cielo. Certo l’occhio dei partenti in quell’istante si fissava ancora una volta sui colli circostanti che vanno preparando alla città il suo diadema autunnale dai riflessi dell’oro nativo.
Se mille cuori provarono una piccola stretta in quell’istante – nessuna meraviglia. Erano tutti sangue del sangue nostro quelli che partivano.
Stamane alle prime ore del mattino un altro treno di soldati ha preso la via del nord.