Parliamone: cognomi “tedeschi” in provincia di Trento (68)

Una caratteristica delle aree alloglotte della provincia di Trento è l’intensità con cui i nomi di luogo e i cognomi (e/o soprannomi) come tali o come denominazioni di masi e di località ritornano soprattutto nelle zone cimbre e in quelle mòchene. Ma è tutto il territorio provinciale ad essere coinvolto dai numerosi cognomi di chiara origine tedesca. Si deve anche dire che la spietata italianizzazione dei cognomi durante lo sventurato periodo fascista che aveva colpito duramente la provincia di Bozen, il Südtirol, per mano, anzi per mente diabolica del toponomicida Ettore Tolomei, aveva interessato anche la provincia di Trento, il Welschtirol o Tirolo di lingua italiana. Si deve dire che i notai fecero grande opera di italianizzazione formale dei cognomi. Del resto, famiglie di ceppo italiano e non trentino si insediarono ad esempio nel perginese sin dalla fine del Quattrocento e pur non essendo numerose trovarono una adeguata ospitalità anche perché ai perginesi interessava unicamente che i nuovi venuti non fossero a carico del Comune. Più tardi, anche in contesti simili, i notai cominciarono ad italianizzare per cercare una omologazione onomastica privilegiando cognomi italiani.
Slèmer, presente in val di Fiemme, di origini etimologiche oscure potrebbe derivare da un antico termine sassone per operatore alla ballista, „catapulta“. È un cognome molto raro e nonostante sia appunto presente nella provincia di Trento e di Bozen, è specifico del veronese e, probabilmente per questioni emigratorie, anche in Brasile. Potrebbe anche derivare dal tedesco Sellmeyer, nome professionale per l’amministratore di una sala o di una casa padronale di Middle High tedesco sal „hall residence“ + meier „steward“. A sua volta Meyer, tedesco e svizzero tedesco: da Medio-Alto tedesco deriva da meier una denominazione dello stato per un tutore o un supervisore che più tardi venne utilizzato anche per indicare un inquilino agricoltore che è normalmente il senso nei molti cognomi composti formati con questo termine come un secondo elemento. Originariamente denota un capo villaggio (ultimamente latino maior „maggiore superiore“).
Sòn, è un cognome presente in val d’Adige e potrebbe essere forma dialettale per indicare la sòn, il sonno, inteso come bisogno di dormire, sonnolenza, attribuito ad una persona sonnacchiosa, insonnolita. Altri però farebbero derivare Sòn dal tedesco Sónntag, la domenica.
Per curiosità, in Islanda i cognomi assegnati ai maschi finiscono quasi tutti in –son. Quelli delle donne finiscono in “dottir”. Il sistema di assegnamento dei cognomi in Islanda, come in altri paesi scandinavi, non riprende il nome della famiglia. “Son” significa” figlio”, mentre “dottir” significa” figlia”. In Islanda si riprende il nome del padre e si aggiunge “son” o “dottir” in base al sesso del nascituro. Questo perché il cognome significa “Figlio/a di …”. (continua)






