Briciole di Memoria: Padre e figlio

Il Foglio Annunzi Legali inizia le sue pubblicazioni il 10 maggio 1919 quale supplemento al Bollettino Ufficiale del Governatorato di Trento, che dal settembre dello stesso anno diventa il Commissariato Generale per la Venezia Tridentina.

Oltre a editti e pubblicazioni ufficiali, sul FAL appaiono anche le informative sull’avviamento e sulla conclusione delle procedure di dichiarazione di morte: si tratta per la quasi totalità dei casi, di soldati dispersi sui vari scenari della guerra: dalla Galizia ai Balcani, dalla Romania al nostro fronte, quello tirolese. Le notizie pubblicate sono spesso scarne, talvolta invece – incrociandole con quelle contenute nei registri parrocchiali, in quelli dei curati da campo, nelle liste delle perdite oppure nell’Ehrenbuch – permettono di ricostruire quasi completamente “piccole storie” di morte e disperazione, minuscoli tasselli personali e familiari della grande tragedia collettiva che si abbattè sulla nostra Terra e su tutta l’Europa.

Ne raccontiamo qualcuna, con l’intento di contribuire, nel nostro piccolo, ad accendere qualche “lume di candela” sul nostro passato e sulla nostra storia. Oggi narriamo le tragiche storie di Giovanni Battista De Campi e di suo figlio Battista Leopoldo: partirono entrambi per la guerra … e non tornarono a casa

Giovanni Battista De Campi nasce a Cavareno il 18 marzo 1867 e a Cavareno – nel 1892 – sposa Orsola Larcher: 22 anni lei, 27 lui, e già hanno una vita di lavoro sulle spalle.  Contadino, bracciante, lavoratore, giornaliere, tutte parole che stanno a significare che, nonostante il cognome abbia un suono nobiliare,  di terra ne possiedono un gran poca, e che Giovanni Battista deve per forza andare a lavorare per gli altri, alla giornata.

Famiglia povera, certo, ma famiglia… in vent’anni Giovanni Battista e la moglie mettono al mondo dieci figli, ma solo due, forse tre, sopravvivono all’infanzia: il primogenito, Battista Leopoldo, nato nel gennaio del 1895; il secondogenito, Giuseppe Battista del 1897, per il quale non abbiamo trovato conferme; e l’unica femmina, Paolina Lucia, che vede la luce nel 1906.  Quando scoeno un anno e la guerra, dal fronte occidentale dove ha mietuto centinaia e centinaia di vite, arriva alle porte della Heimat. Il conflitto, già crudele fin dai primi giorni,  diventa ancora più cattivo: come tutte le guerre non guarda in faccia nessuno, tanto meno una donna, anche se moglie, anche se madre.  A casa De Campi a Cavareno ci sono due uomini soltanto: partono entrambi, prima per  la Vaterland e l’Imperatore; poi per difendere dall’aggressione nemica la propria Terra, il proprio paese, le proprie famiglie.

Partono entrambi… e a casa non torna nessuno dei due.

Prima muore Battista Leopoldo: nell’autunno del 1916 è „al fronte sulle Dolomiti“ e da allora non dà più notizie. Poi tocca a Giovanni Battista:  come  si legge nei registri parrocchiali di Cavareno,  muore il 17 gennaio 1917 „quale soldato della leva di massa nell’ospedale di Schwaz“.  

Nell’edizione del Foglio Annunzi Legali pubblicata il 27 novembre 1920, appare l’annuncio dell’avviamento della procedura allo scopo della “dichiarazione di morte di De Campi Battista Leopoldo da Cavareno, ivi nato il 13-1-1895, richiamato militare durante la guerra, del quale mancano notizie fin dall’autunno 1916, e sembra che egli sia in quell’epoca caduto al fronte delle Dolomiti.

(…) vieve avviata dietro istanza della madre Orsola de Campi di Cavareno,  la procedura allo scopo della dichiarazione di morte della suddetta persona mancante“

… perchè forse qualcuno dei nostri lettori si ritrova in questa storia:

Non ce ne sono molte, perchè la miseria, le malattie infantili e la guerra  hanno quasi cancellato questa famiglia, abbattendone quasi tutti i componenti come se fossero birilli.

Sappiamo soltanto che Paolina Lucia, l’unica figlia di Giovanni Battista e Orsona, sopravvisse a quella guerra che le portò via il padre e l’unico fratello; e che sopravvisse pure a quella dopo; morì a Cavareno il 20 dicembre 1984.