Parliamone: cognomi “tedeschi” in provincia di Trento (67)

Una caratteristica delle aree alloglotte della provincia di Trento è l’intensità con cui i nomi di luogo e i cognomi (e/o soprannomi) come tali o come denominazioni di masi e di località ritornano soprattutto nelle zone cimbre e in quelle mòchene. Ma è tutto il territorio provinciale ad essere coinvolto dai numerosi cognomi di chiara origine tedesca. Si deve anche dire che la spietata italianizzazione dei cognomi durante lo sventurato periodo fascista che aveva colpito duramente la provincia di Bozen, il Südtirol, per mano, anzi per mente diabolica del toponomicida Ettore Tolomei, aveva interessato anche la provincia di Trento, il Welschtirol o Tirolo di lingua italiana. Si deve dire che i notai fecero grande opera di italianizzazione formale dei cognomi. Del resto, famiglie di ceppo italiano e non trentino si insediarono ad esempio nel perginese sin dalla fine del Quattrocento e pur non essendo numerose trovarono una adeguata ospitalità anche perché ai perginesi interessava unicamente che i nuovi venuti non fossero a carico del Comune. Più tardi, anche in contesti simili, i notai cominciarono ad italianizzare per cercare una omologazione onomastica privilegiando cognomi italiani.
Un cognome tipico della Bersntol, la val dei Mòcheni, è Slòmp pronunciato anche Slómp come spesso accade per molti cognomi locali (vedi Móser, Mòser e Mosèr). In origine era Slump che a sua volta proviene dal termine tedesco Schlumpe: l’espressione „Schlumpe“ è anche in dialetto ed intende una strega, o una persona sciatta. Da ricordare, la Bersntol, la Val dei Mòcheni, fu colonizzata in modo stabile intorno al 1200 da popolazioni provenienti soprattutto dalla Baviera e dalla Boemia. Gli insediamenti si rafforzarono con l’avvento dei Conti del Tirolo che arrivarono in valle tra il 1300 e 1400. I coloni erano soprattutto agricoltori, boscaioli, carbonai e pastori, i quali sfruttavano l’unica risorsa economica allora esistente, il bosco e il pascolo. La scoperta di giacimenti di rame, ferro e argento verso il 1400 diede una svolta all’economia della valle che fu così indirizzata quasi esclusivamente al settore minerario, con nuovi afflussi di lavoratori tedeschi. Con il passare dei secoli però le miniere si esaurirono e la gente ritornò alla primitiva attività agricola. Le peculiarità di queste popolazioni erano l’autosufficienza e l’indipendenza, che limitarono i contatti con il mondo esterno favorendo la conservazione degli usi, dei costumi e della lingua.
Il monte di Florutz o Vlarötz (Fierozzo), almeno fin dalla fine del XII secolo, appartenne al Capitolo di Trento e i documenti capitolari del XIII sec ci attestano che non vi erano insediamenti permanenti. Fino al 1292 lo ebbe in affitto la comunità rurale di Povo che lo utilizzava per l’alpeggio, la fienagione, il taglio del bosco, ecc. Fu solo nel 1324 che cominciò un’intensa colonizzazione del monte con dissodatori tedeschi ad opera di Ertele von Schönna, castellano di Pergine, che disponeva dei diritti contenuti nell’enfiteusi rilasciata nel 1315 dal Capitolo a un consorzio di nobili perginesi.
Così fu che nel 1406 si avevano sul monte ben 39 fuochi distribuiti in 32 masi. Il modello di colonizzazione comporta una particolare suddivisione del territorio in masi höf la cui estensione media varia dai 15 ai 25 ettari. La fascia altimetrica interessata alla zona di insediamento abitativo va dai 700 ai 1400 metri. Oltre a questa altitudine si situano i pascoli e i boschi di proprietà comunale.
Nel corso dei secoli, in particolare nel periodo 1550-1650, alcune famiglie emigrarono ed altre subentrarono, tuttavia molte famiglie ancora oggi residenti (ad es.: Marchel, Moar, Hoss, Korn, Toller, Stefani, Laner, Moltrer, Iobstreibizer, ecc.) possono far risalire la loro origine direttamente ai primi coloni. La Valle conosce un periodo di intensa attività mineraria a partire dal XV fino al XVI secolo. Successivamente lo sfruttamento continua ma con fortune alterne. Le maestranze sono composte da minatori tedeschi knappen che restano brevi periodi in Valle e non si amalgamano con la popolazione locale anche se nell’attività mineraria i locali forniscono manodopera sia maschile che femminile.
Sia Palai (Palù) che Florutz o Vlarötz (Fierozzo) sono insediamenti a masi sparsi (Hofanlage) caratteristica, questa, degli insediamenti tedeschi che si contrappone all’abitato chiuso. Gli Slomper erano gli abitanti del maso Slomperhof, il maso degli sciatti ed è da qui che nasce il cognome Slòmp. (continua)






