von mas 10.04.2025 07:45 Uhr

Si al terzo mandato per il Presidente della Provincia

Il testo è stato approvato con 19 sì e 16 no. La spaccatura di Fratelli d’Italia

Il ddl 52 sui mandati dei presidenti della Provincia Autonoma di Trento è legge. La trattazione del testo è ripresa ieri dalla discussione generale iniziata martedi pomeriggio. Sono intervenuti diversi esponenti di maggioranza e minoranza: di seguito una sintesi di alcuni interventi. Terminata la discussione generale, è stata votata e respinta l’unica proposta di ordine del giorno presente, quella di AVS di non passaggio alla discussione articolata. Respinti anche i sette emendamenti presenti sul testo, si è passati al voto. Il ddl 52 è stato approvato, con la spaccatura di FdI con 19 voti favorevoli e 16 contrari.

Lega
L’intervento di una consigliera della Lega ha preso le mosse dalle dichiarazioni espresse sulla stampa dal costituzionalista Toniatti rimarcando la competenza provinciale in materia elettorale. Lasciare ai cittadini decidere se vogliono essere ancora governati da questa coalizione è democrazia e attiene al principio della democrazia popolare. Si sa che la figura della Giunta, del presidente e della coalizione sul territorio ha un ritorno positivo, ha dichiarato, la gente auspica un nuovo mandato per il presidente. In Commissione e in aula, ha aggiunto poi, si è parlato di forzatura del regolamento, di blitz, di sotterfugio: quando si usa la prassi a favore della maggioranza non va bene, ma quando la si usa a favore della minoranza allora si dice che va benissimo. Nessuna forzatura, ha detto la consigliera, nessuno ha mai nascosto la questione del terzo mandato che per il gruppo della Lega è da dare a tutti i governatori di Italia.

Fassa
Il consigliere ha ripreso le dichiarazioni che parlano di ddl salva presidente: il presidente non ha bisogno di essere salvato, siete voi, ha detto alle minoranze, ad aver paura di non salvarvi se il presidente lo facesse questo terzo mandato. Siete voi, ha aggiunto, a vedere nel presidente un pericolo per la prossima legislatura e in base a questo avete inventato una narrazione per cui noi non avremmo usato gli strumenti che il regolamento permette, ha aggiunto, avete detto che l’urgenza si usa solo per cose urgenti come il Covid, dimenticandosi che il capogruppo del Pd qualche mese fa ha chiesto l’urgenza su un ddl che di urgente non ha nulla. Quando voi usate gli strumenti del regolamento lo fate correttamente, quando li utilizziamo noi facciamo forzature, ha detto. Ancora: si è attaccato il presidente del Consiglio tacciandolo di imparzialità mentre ha sempre utilizzato quello che avete sempre chiesto nelle Capigruppo, che venisse rispettata la prassi. Ha espresso vicinanza al presidente del Consiglio e lo ha ringraziato per come ha gestito la partita.

 Lista Fugatti
La consigliera ha detto di essere convinta della necessità di un terzo mandato anche per i sindaci soprattutto sopra i 15.000 abitanti: il primo mandato serve per programmare, nel secondo si inizia a vedere qualche risultato, nel terzo si portano a casa le cose. Tanto più che si porterebbero a casa risultati molto importanti. La consigliera ha detto che tanto c’è da lavorare sulla legge elettorale, si parte da questo aspetto, poi c’è modo di lavorarci perché tutti noi abbiamo qualcosa che vorremmo cambiare. Si è detta contraria alla necessità per un sindaco di un Comune sopra i 5.000 abitanti debba dimettersi per potersi candidare alle provinciali, mentre un consigliere può rimanere in Aula fino alla fine. Ha riportato l’esperienza di Dellai che, ha detto, ha fatto i tre mandati e poi ha cambiato la legge elettorale. Si è detta più che convinta che ci sia la necessità del terzo mandato, come c’è la necessità di mettere mano alla legge elettorale.

Fratelli d’Italia
Il capogruppo di FdI ha detto che con il sistema elettorale trentino sono i partiti che scelgono il candidato governatore, l’esercizio della democrazia indiscriminata viene mediata preliminarmente dalla coalizione. Indipendentemente da ciò che pensano, le persone in Trentino devono votare il presidente con la coalizione. A Bolzano il sistema elettorale è ben diverso, ha ricordato. Non si farebbe una gran figura a livello provinciale a voler forzare una norma nazionale, ha aggiunto poi. Serve coerenza ha detto poi: in Consiglio regionale si è votata la norma che vede sufficienti due mandati per i Comuni sopra i 15.000 abitanti, ha aggiunto, sembra incoerente dire che un governatore può fare più di due mandati. Il consigliere si è detto convinto inoltre che sia sbagliato che i sindaci sotto i 5.000 abitanti possano essere eletti all’infinito: non è il caso di far fare il sindaco a vita a una persona. Niente di personale contro il governatore che resta il mio e il nostro presidente, ha affermato infine, ha la fiducia mia e del partito: la questione non è partitica tra FdI e Lega ma di principio, di coerenza. FdI è contrario al terzo mandato, ha concluso, ha espresso la non condivisione al terzo mandato e affermato che il tema non era trattato nel programma elettorale condiviso e non deve creare uno scontro.

Patt
La consigliera del Patt ha detto che il terzo mandato può essre un’opportunità per il presidente e per tutti. Dire se sono tanti o pochi i mandati è anche una questione soggettiva, ha dichiarato citando le difficoltà del primo mandato legate a Covid e Vaia. Ha criticato la dicitura di salva-presidente: dicendo così sembra ci siano in corso vicende giudiziarie che non ci sono, si tratta semplicemente di una opportunità. Sarebbe stato bello poter ragionare su un doppio turno, ha detto poi, sarebbe un tema di democrazia perché per come è strutturata la legge elettorale con il 30-35% uno potrebbe portare a casa il premio di maggioranza. Su ciò sono stati fatti degli emendamenti, ha ricordato la consigliera, un doppio turno che sarebbe dovuto essere oggetto di discussione in aula, un portare da 2 a 4 le preferenze nel rispetto della parità di genere, un correttivo sulle dimissioni eventuali del presidente prima dei 48 mesi che però è una situazione molto più complessa. Il ddl non è emendabile e la situazione è oggettiva: si capisce la posizione dei presidenti di Commissione e d’Aula di non accettare emendamenti perché tecnicamente la situazione lo rende impossibile o comunque una forzatura. Di buono si vede che se passa il ddl (ha annunciato il proprio voto favorevole) l’Aula potrà andare avanti nel discutere le altre cose che ci stanno a cuore. Ha ricordato l’impegno preso personalmente a presentare un ddl che va nel senso illustrato durante questo intervento. Ha auspicato una fase costruttiva comune di ragionamento sulle regole del gioco.

Sono stati quindi respinti in rapida successione i sette emendamenti presenti sul ddl (il primo, il secondo e il terzo con 21 no e 14 sì, il quarto, il quinto e il settimo con 3 sì, 21 no e 11 astenuti, il sesto con 3 sì, 20 no e 11 astenuti).

Quindi la votazione del ddl, approvato con 19 voti favorevoli (con quelli di due consiglieri di FdI, Daldoss e Girardi) e 16 contrari.

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