von Vap 10.04.2025 11:41 Uhr

Voci di Montagna – L’Orco di Sasso

Una leggenda di Luserna

Tradizione, dal verbo latino tradĕre, ossia consegnare, tramandare. Da secoli generazioni si sono “tradite” il sapere, prima per via orale e poi per iscritto. Tradire il sapere, nasconde appunto quel significato sinistro di tramandare in forma oscura, avvolgendo in forma ermetica la realtà, ammantandola di fascinoso enigma e mistero. Tutto questo caratterizza appunto la leggenda, in cui il quadro reale della vita viene dipinto con i colori favolistici della fantasia, consegnando ai posteri l’opera di un popolo che ha racchiuso in essa la sua storia e i suoi saperi.

 

Il territorio della montagna da sempre, negli antri delle sue grotte, nei fitti boschi delle sue vallate, nelle strette vie dei suoi paesi inerpicati sulle alture più recondite, offre a chi la popola e a chi la visita il suono di voci indefinite di storie lontane, di inumane esperienze e sovrumane avventure, dove l’irreale si confonde con la verità di popoli che nelle loro leggende mantengono viva la loro essenza.

Una notte in povero contadino si smarrí lungo la via per tornare a Luserna a seguito di una giornata di lavoro. 

In un modo o nell’altro, comunque, l’uomo riuscì a raggiungere una pozza d’acqua chiamata La Croce e qui si fermò a riposare. Fu a quel punto che un’ombra minacciosa fu su di lui!

Non vedeva proprio nulla a un palmo di naso e rischiava al primo passo di cadere nel laghetto. Superato però lo smarrimento, l’uomo lasciò cadere la falce, tirò fuori di tasca un lungo coltello e trattenendo il fiato fu addosso al mostro, colpendolo una.. due… tre… sette volte! Poi, credendo di averlo finito, s’allontanò con prudenza e solo alle prime luci di Luserna cominciò a correre.

Giunto a casa raccontò a tutti quel che gli era successo e la sua descrizione fu Così accalorata, che all’alba del giorno seguente gli amici decisero di salire alla pozza de La Croce per controllare.

Trovarono la falce per terra, il laghetto tranquillo e un enorme masso di granito che recava i segni dei graffi di sette pugnalate! Da quel giorno il falciatore vittima delle allucinazioni notturne venne soprannominato „l’orco di sasso“ e nessuno credette pià ai suoi racconti di mostri, streghe e folletti.

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