von fpm 06.04.2025 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (73)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

Kasslatter è un altro cognome che l’Ettore ha cercato di italianizzare facendo riferimento a una forma antica che sarebbe Chiaslat trasformandolo così in Casaletti o Castellatti… Più o meno simile la sorte capitata ai Kastl, divenuti Castelli e Castellini. Con Kastlunger, invece, l’operazione speciale cambio cognome ha subito una abluzione piuttosto bizzarra diventando Costalunga, presumibilmente un gioco di associazione sonora anche perché “Küste” a cui ha associato “Kast”, vuol dire “costa” e “Lang” a cui ha associato “Lunger”, vuol dire “lunga”. Ed ecco allora “costalunga”. Inutile commentare. Un cognome presente anche nel Tirolo provincia di Trento, è Kaswalder (anche Kasvalter) ed indica la provenienza da una località che nel toponimo ha riferimento ad un bosco e quindi è stato facile modificarlo in Dalbosco ma in altre località prese Casari. Ci sono circa 44 famiglie con il cognome Kaswalder, tutte in Trentino Südtirol e il comune dove è più diffuso è Aichholz, (Roveré Della Luna), in provincia di Trento. Con Kathrein fu facilissimo perché adottò la traduzione letterale, Caterina e in alcuni casi inserì un “De”, – De Caterina – donando un funambolico titolo nobiliare, chissà. Beh, poi, con Kaufmann si presume sia stata davvero una passeggiata linguistica perché in lingua italiana sarebbe il commerciante quindi se ne uscì con Mercanti ma anche Marzari e Merciai. Kauntz invece ebbe una avventurosa quanto curiosa “interpretazione” perché inspiegabilmente lo italianizzò in Conci.

Keck come in altri casi fu sballottato nel giogo delle associazioni sonore e fu plasmato in Checchi. Esplorando il cognome Keck il termine Keck, Köck, Kech significa „vivace, coraggioso“ come si vede nella citazione tratta da „Ich Walther der Kecke“ del 1327. Ciò rafforza ulteriormente l’idea che il cognome Keck sia legato a tratti di coraggio e vivacità.

Approfondendo le origini del cognome Keck, si scopre che ha radici in varie lingue: il termine antico norvegese „Kekkja“, il danese „Keck“, l’olandese „Koek“ e il fiammingo „Koecke“ contribuiscono tutti alla formazione del cognome Keck. Ma tutto questo il mediocre Tolomei lo ignorava… (continua)

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