von mas 05.04.2025 18:30 Uhr

Un libro al mese: La Pèca del Diavolo – 1°

Il primo libro di Wild Tors (pseudonimo dietro al quale „si nasconde“ Renzo Franceschinel) è un viaggio tra leggende, amore e montagna, nato nel cuore del Primiero, proprio come il suo autore.   Oggi ve ne proponiamo un primo estratto: „Ogni passo verso la baita, sulle Pale di San Martino a 1300 metri d’altitudine, lo avvicinava a un mondo che non gli chiedeva niente. Nessun giudizio, nessuna ipocrisia. Solo il vento che fischiava tra gli alberi e il silenzio immenso delle montagne.“

Ho una repulsione per la gente, mi fa nausea l’ipocrisia, ho una ripugnanza per chi si avvicina e ti chiede “come stai”, ma gli si legge in faccia che vorrebbe che tu gli rispondessi „no massa ben“. Mi fanno uno schifo incontenibile quelli che non sono capaci di essere felici per te e dicono di volerti bene. Ora basta, BASTA! Mi pare di inghiottire sempre più veleno, quel veleno sputato a dosi giornaliere per le vie del mio piccolo paese, dalle signore senza più voglie, dai bigotti, dai soliti avventori del bar e pure da genitori e parenti di cui non mi posso più fidare, ma continuo a fare la faccia contenta e soddisfatta.

Fanno tutti finta di essere sicuri delle proprie azioni, ti fanno sentire uno schifo se non fai come loro, ti etichettano, ti ghettizzano, ti isolano, ti emarginano. Vogliono crogiolarsi nella loro mediocrità e, se ti chiedono un’opinione, non vogliono sapere cosa pensi, ma vogliono sentirsi dire le solite cazzate ipocrite e se non gliele dici ti guardano come se fossi quello che viaggia fuori dai binari, così poi ti criticano, si riuniscono in gruppetti e sparlano. Cose da pazzi! Non hanno altro da fare che dirsi tra loro quanto sono anormale io e normali loro. Che schifo. Che schifo.

Certo, me ne frego e vado avanti a fare quello che sento giusto, forse perché ho la scorza dura e quel veleno che sputano non mi uccide; ha fatto morire però l’altra mia metà, che non ha retto alle malelingue. Vado avanti con serenità, ma mi sento solo e, quando mi rendo conto che io non agisco mai per il male degli altri mentre loro sì, mi chiedo se almeno ora „loro“ siano felici.

Wild Tors si era lasciato alle spalle il rumore del paese, le sue strade strette e le voci che lo avevano oppresso per anni. Il sentiero davanti a lui era scosceso, ma la fatica fisica gli dava una sensazione di libertà che non provava da tempo. Ogni passo verso la baita, sulle Pale di San Martino a 1300 metri d’altitudine, lo avvicinava a un mondo che non gli chiedeva niente. Nessun giudizio, nessuna ipocrisia. Solo il vento che fischiava tra gli alberi e il silenzio immenso delle montagne.

Aveva sempre saputo che prima o poi sarebbe arrivato a quel punto (… ) «Qui posso respirare» pensava mentre guardava il panorama che si stendeva  davanti a lui, vasto e indifferente. Aveva scelto di costruire il proprio rifugio esattamente lì, dove nessuno avrebbe potuto raggiungerlo senza volerlo davvero  (…) La pensione, attesa per la prossima primavera era sempre più vicina. Quando avrebbe finalmente detto addio al lavoro, non sarebbe più sceso a valle se non per necessità. Avrebbe potuto passare le giornate immerso nel silenzio delle proprie amate montagne, senza dover sentire quella fastidiosa ipocrisia che sembrava pervadere ogni angolo della valle sottostante.

(…)

Col passare degli anni, Wild non si limitò solo a sopravvivere in montagna, bensì trasformò il proprio piccolo angolo di mondo. Accanto alla baita c’era un vecchio „tabià“: Wild, con la pazienza e la forza che la vita gli aveva insegnato, decise di ristrutturarlo. Passò intere settimane a rinforzare la struttura, sostituire le travi di legno e ridare vita a quel rudere. L’idea era semplice: farne un alloggio per i pochi, veri appassionati della montagna.  Affittare quel piccolo spazio, isolato e immerso nella natura, gli avrebbe permesso di ottenere un modesto reddito, utile ad arrotondare la pensione che ormai si avvicinava (…)  Gli anni volarono veloci: ne erano passati ormai dieci da quando Wild aveva lasciato la moglie, divenuta una presenza estranea, e i figli, ormai adulti e immersi nelle loro vite di paese. La montagna era diventata il suo rifugio e, tra gli avventori occasionali del „vecchio tabià“, si trovavano anime che, come lui, cercavano qualcosa di diverso.

Un giorno, l’ospite che arrivò cambiò la sua routine. Si trattava di una donna, Roos, dolce e affascinante, accompagnata da un cane pastore australiano. Era evidente che, pur essendo una donna di mare, la montagna l’aveva attirata per trovare un nuovo equilibrio interiore dopo la separazione dal marito. C’era qualcosa in lei che rispecchiava il tormento e la pace che Wild aveva cercato nelle proprie vette solitarie (…) La sera, prima di andare a dormire, arrivò quel primo messaggio su WhatsApp. Un semplice „buonanotte“, ma carico di quella tensione che entrambi avevano avvertito. Una chimica naturale e inarrestabile, si era sprigionata tra loro. Pochi mesi dopo, quando Roos era ormai tornata alla sua vita in Val di Zoldo, successe qualcosa di straordinario. Avevano continuato a scriversi, prima con la scusa di rimanere in contatto, poi sempre più apertamente, finché lei decise di trasferirsi in baita con Wild. La solitudine che Wild aveva coltivato con cura si mescolò in quel momento a una presenza diversa. Roos portava con sé una luce nuova …

 

    Non avrei mai pensato di arrivare a scrivere un libro – ci ha detto Renzo Franceschinel, vecchio amico dai tempi dei „Beatrich“  ed ora affezionato lettore di UT24 –  ma tutto è nato quasi per caso, da uno sfogo pubblicato sul mio stato di WhatsApp dopo che la mia compagna se ne è andata. La scrittura di questo racconto è stata, in un certo senso, una forma di terapia per elaborare quella sofferenza, che in parte porto ancora con me.“

    La Pèca (NdR: l’impronta) del Diavolo è qualcosa di misterioso e  magico, che esiste davvero ma che è difficilissimo trovare. Wild Tors / Renzo Franceschinel ci porta con sè dentro la sua vita, nel suo cammino fra le montagne,  fino ai luoghi più nascosti e segreti, talvolta completamente bui, talvolta luminosi … proprio come se ci accompagnasse, passo dopo passo, dentro la sua stessa anima.  E‘ un libro da leggere seduti di fronte al fuoco del camino o sdraiati all’ombra di un larice, con davanti agli occhi le montagne più belle del mondo: quelle di casa.

    „La Pèca del Diavolo“ si può trovare online (Youcanprint.it – Mondadori Store – Feltrinelli – IBS.it – Libraccio – Hoepli.it –  Amazon), avendo cura di cercare il libro inserendo il titolo con l’accento corretto su Pèca.  „Oppure – ci ha detto l’autore direttamente da me, contattandomi tramite i canali social di Renzo Franceschinel, Wild Tors – Primör Dolomiti“.  Ci permettiamo di suggerire ai lettori questa seconda soluzione, perchè così il libro arriverà impreziosito da dedica e autografo…

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