Luigi Bonazza

Ieri, venerdì 4 aprile alle 17.30 a Palazzo Trentini, in via Manci 27 a Trento, si è aperta l’inaugurazione della mostra dedicata a Luigi Bonazza nel sessantesimo dalla sua scomparsa. „Trento, la montagna, il Circolo degli artisti„, questo il titolo della rassegna, mette in luce le forti relazioni che Bonazza consolida con la città di Trento a partire dal 1912, data di rientro del pittore da Vienna, città nella quale si era formato. Diplomatosi all’Accademia delle Belle Arti di Vienna, Luigi Bonazza allestisce nella capitale imperiale la sua prima esposizione nel 1903. Nel 1905 dipinge il famoso trittico „Leggenda di Orfeo“ che meglio esprime la sua vena artistica. Nel 1912 torna a Trento come insegnante all’Istituto tecnico pubblico e l’anno seguente progetta e realizza la sua villa in Bolghér, le cui ammirevoli decorazioni interne ne fanno il manifesto della sua arte. Oli e opere grafiche mettono in luce il clima mitteleuropeo della secessione, coniugato ad un utilizzo seduttivo della linea curva che indugia mollemente sui corpi trasfigurandoli in elementi fortemente letterari ma anche significativamente simbolici. Nato ad Arco il 1° febbraio del 1877, Luigi Bonazza tra il 1890 e il 1893 risulta iscritto alla Scuola Reale Superiore Elisabettina a Rovereto, dove si era trasferito con la famiglia. Nel 1897 dopo essersi diplomato raggiunge Vienna per frequentare i corsi alla Kunstgewerbeschule des K. K. Österreich Museums für Kunst und Industrie sotto la guida di Felician von Myrbach e Franz von Matsch. Nel 1904 stringe amicizia con Attilio Cavagna, ingegnere del comune di Vienna, che l’anno precedente gli aveva commissionato il ritratto della figlia Silvia.
Esegue i primi bozzetti per la Leggenda di Orfeo, ispirata ai canti di Virgilio e di Ovidio. Da una ricerca legata al post-impressionismo, attraverso l’analisi del colore, sviluppa una impostazione costruttiva dell’immagine del tutto personale che si rifà al gusto decorativo secessionista. Durante un breve soggiorno in Istria conosce Poldi, una ballerina, che sarà sua modella e compagna durante gli anni viennesi. Nel 1905 sperimenta la tecnica dell’incisione, a cui era stato iniziato da Myrbach e dallo studio delle incisioni conservate all’Albertina di Vienna. Realizza sei tavole dedicate agli Amori di Giove che evidenziano l’influenza di Franz von Stuck. Verso il 1911 inizia la serie delle Allegorie del giorno che eseguirà come versione finale dopo la Prima Guerra Mondiale. Conosce e sposa Ludmilla Rosa Kraner, figlia del pasticcere di corte del nostro amato Imperatore Francesco Giuseppe.
Ritorna a Trento l’anno seguente dove viene assunto come professore ordinario dell’Istituto Tecnico. Nel 1912 viene invitato alla X Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia dove presenta le acquaforti del ciclo Jovis Amores. Nello stesso periodo con altri artisti fonda il Circolo Artistico Trentino. Nel 1914 acquista un terreno nella zona sud della città dove fa costruire la propria casa. La decorazione interna, da lui realizzata con affreschi, costituisce una sorta di opera d’arte totale che porterà a termine solo negli anni ’40. In marzo Bonazza fugge a Milano per non essere arruolato; la moglie torna a Vienna.
A Trento partecipa alla decorazione pittorica di importanti edifici pubblici come il Palazzo delle Poste e la chiesa della Casa-famiglia. Esaustiva la presentazione di Roberta Bonazza e Nicoletta Tamanini, le curatrici della mostra, che hanno illustrato la vita e le peculiarità dell’artista regalando al pubblico numeroso, coinvolgimento ed emozioni. La mostra è aperta dal 4 aprile al 16 maggio ed è divisa in due settori: a Palazzo Trentini in via Manci con 40 opere e nella Cappella Vantini a palazzo Thun, in via delle Orne, a Trento. Ingresso gratuito.
