Briciole di Memoria: La terra di Guido

Un pugno di terra
Un pugno di terra, uno soltanto, raccolto sulla sua tomba in Galiza: è l’unica cosa che resta di Guido Baiss, uno dei tanti uomini morti con la divisa dell’esercito imperiale, e poi dimenticati. La sua famiglia infatti si è persa nei giri strani che fanno la vita e la storia. Ma forse quella poca terra può ancora trovare pace qui, a casa di Guido. Perchè questo accada, contiamo anche sull‚aiuto dei lettori di UT24.
Ma andiamo con ordine…
A Lubcza Szczepanowska
Lubcza Szczepanowska è un piccolo centro del distretto di Tarnow nella Polonia meridionale, situato a metà strada fra Cracovia e Przemysl, poco lontano dalle attuali frontiere con la Slovacchia e l’Ucraina. Lì esiste ancora un cimitero di guerra, il numero 193: attorno ad un obelisco, riposano le spoglie di poche decine di soldati caduti in battaglia, austriaci e russi. E proprio lì, seguendo le tracce del nonno scomparso, è giunto Renato Bonora di Varone.
A Lubcza, Renato ha fatto quello che molti di noi da sempre sognano di poter fare: ha recitato una preghiera sulla tomba del nonno e poi, scavando con le mani vicino alla lapide, ha raccolto un piccolo pugno di terra da portare a casa.
Ma Renato ha fatto anche qualcosa in più: scavando in quel cimitero ha raccolto ancora un pochino di terra, ed ora vorrebbe donarla alle famiglie di quei soldati che, da centodieci anni, riposano insieme a suo nonno in terra galiziana. Uno di loro è Guido Baiss, e sono proprio i suoi discendenti che noi stiamo cercando.
Guido Baiss nato a Tione
I Bais / Baiss non sono originari di Tione. Attorno al 1855, nel centro giudicariese arriva il servo giudiziale Decimo Bais, nativo di Brentonico, con la famiglia: la moglie Elisabetta Regensburger di Levico, i figli Elisabetta nata a Pergine, Giovanni e Illuminato nati invece a Riva. A Tione nascono Ermete nel 1858, Ermenegildo nel 1860 e Andrea nel 1863. Nonostante l’impiego „pubblico“ di Decimo, la famiglia vive in estrema ristrettezza, costretta a chiedere sussidi al comune. Sono talmente poveri che, nel 1893, il comune nega ad Andrea Baiss l’autorizzazione a contrarre matrimonio, ritenuto che „non sia in grado di mantenere una famiglia, visto che non possiede nulla e che fu in passato solo a carico di questo fondo poveri„.
Le cose vanno un po‘ meglio a Ermenegildo: impara il mestiere di vetraio e, nel 1886, sposa Giuseppina Girardini, figlia di Bortolo „Pernis“ e di Claudia Zamboni. La famiglia vive al Basso Arnò, probabilmente presso la famiglia di Giuseppina: lungo il torrente le ruote ad acqua fanno funzionare i mulini e le forge dei Girardini. Nascono tre figli: Maria Francesca nel 1888, Guido – il 15 gennaio 1891 – e Ida Albina Lucilla, nel 1894.
Quando scoppia la guerra, Guido è richiamato ed arruolato nel 4. reggimento Tiroler Kaiserjäger. Parte per la Galizia e … non fa più ritorno. Cade in battaglia il 3 maggio 1915 presso Lubcza Szczepanowska. Come ricordano le targhe poste alla base dell’obelisco che veglia sul cimitero di guerra „Il 2 e 3 maggio, i Tiroler Kaiserjäger del 3. e del 4. Reggimento sfondarono con un irresistibile attacco le postazioni russe – In memoria delle vittoriose battaglie per la liberazione della Galizia dalla violenza nemica”.
Di Guido restano la tomba in Galizia e un nome in mezzo ai tanti caduti di Tione: il suo ricordo scompare insieme al resto della sua famiglia
La famiglia Baiss / Girardini
La madre di Guido, Giuseppina Girardini, muore nel 1926; il padre Ermenegildo nel 1936. La sorella Maria Francesca muore a Tione nel 1968, nubile e senza discendenza. La sorella più piccola, Ida Albina Lucilla, ha invece una vita più „movimentata“: non si sposa ma ha due figlie „di padre ignoto“: Giuseppina Luigia, nata il 31 dicembre 1918 e morta a Santa Croce del Bleggio nel 1929; Lea, nata il 30 aprile 1920 e morta a Tione nel 1937. Ida morirà a Spiazzo – probabilmente presso la Casa di Riposo – nel 1973.
Estinta la linea familiare di Ermenegildo Baiss, gli unici parenti ancora in vita di Guido potrebbero essere discendenti del ramo materno. Abbiamo cercato a lungo ma con pochi risultati certi: sappiamo soltanto che Giuseppina Girardini „Pernis“ha due sorelle (Santa Fortunata Domenica e Cattarina Maria Isabella) e due fratelli, Giuseppe Luigi Emanuele nato nel 1861 e Romolo Remo Arcidio Affiero (!!) nato nel 1856.
Quest’ultimo, che di mestiere fa il mugnaio al Basso Arnò, sposa Angela Salvaterra. Dal matrimonio nascono tre figli: Pierina (nata nel 1897, sposa Giuseppe Alimonta di Godenzo dal quale ha almeno due figlie: Valeria nata nel 1922, e Maria, nata nel 1923 che nel 1962 sposa a Milano Ernesto Nicolodi); Vittorio, nato nel 1898; e Bortolo (nato nel 1900, marito di Angela Antolini; dai registri parrocchiali risulta un solo figlio, Luigino, nato nel 1924).
La nostra ricerca purtroppo si ferma qui, senza aver trovato un familiare di Guido a cui Renato Bonora possa consegnare quel pugno di terra che ha portato „a casa“ dalla Galizia. La nostra speranza è che qualche lettore di UT24 si riconosca in questa storia e si faccia sentire…
Da parte nostra lo ringraziamo fin d’ora, come ringraziamo Renato Bonora e soprattutto Giovanni Terranova, appassionato ricercatore da sempre sulle tracce del nostro „popolo scomparso“, per averci „regalato“ le prime tessere di questo mosaico così difficile da ricomporre. Grazie anche Luciano Weiss (purtroppo „solo quasi omonimo“) per la ricerca al comune di Tione.
... tanto per complicare ulteriormente le cose...
Nel sito che, giorno per giorno, sta ricordando i caduti del Litorale Austriaco a centodieci anni dalla morte – 1914-1918: Assente! Odsoten! Assent! Odsutan! Abwesend! – è riportato un Guido Baiss, nato nel 1893 a Trieste, morto il 9 marzo 1915 e sepolto a Sekowa – come risulta anche dalle note aggiuntive della scheda TCU del „nostro“ Guido Bais. Potrebbe essere un’omonimia, visto che il cognome è presente non solo a Brentonico e dintorni, ma anche nel Litorale; e visto che, spesso, Trento / Trient e Trieste / Triest nella trascrizione di schede e registri si confondono… Tanto per complicare ulteriormente le cose e ingarbugliare ancora di più grovigli di fili che sembrano impossibili da dipanare.
(Grazie per la segnalazione a Alessandro Sgambati, presidente del Club Touristi Triestini, e a Franca Tamanini)

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