von fpm 25.03.2025 18:00 Uhr

L’Aquila, stemma di Trento e provincia (4)

Sugli studi di Padre Frumenzio Ghetta ripercorriamo la storia dell’Aquila del Principato, stemma di s. Venceslao, simbolo della nostra identità.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Il diploma originale col quale Giovanni di Lussemburgo, re di Boemia, concedeva nel 1339 a Nicolò di Bruna (l’attuale Brno), Vescovo di Trento, lo stemma di s. Venceslao fu per un periodo irreperibile. Il ritrovamento del diploma è avvenuto del tuto casualmente e dopo lunghe e assidue ricerche d’archivio. Nella primavera del 1971, consultando i documenti del Principato vescovile di Trento, conservati nell’archivio di Stato di Trento alla ricerca di notizie intorno a Filippo Bonacolsi frate francescano vescovo di Trento dal 1289 al 1303, nell’aprire una delle buste contenenti documenti di quel periodo tanto burrascoso per la storia della nostro territorio, si è avuto la gradita sorpresa di avere fra le mani e di ammirare non senza una certa emozione il diploma originale col quale Giovanni re di Boemia pregato dal vescovo Nicolò di Bruna concedeva a lui, ai suoi successori, alla chiesa di Trento, le insegne di s. Venceslao.

Ma cosa c’era scritto nel diploma? Giovanni per grazia di Dio re di Boemia e Conte del Lussemburgo a tutti ed in perpetuo. La sublimità della magnificenza reale ci convince che coloro i quali con la prova delle loro azioni si rendono a noi graditi, debbono a loro volta conseguire per sé e per i loro la grazia di Nostro favore in una ricompensa da valere per sempre. Perciò avendoci il venerabile Padre in Cristo il signor Nicolò, vescovo di Trento, nostro carissimo amico dichiarato che la sua Chiesa al presente non ha alcuno stemma col quale in tempi di necessità, i nobili ministeriali, i soldati e i vassalli, suoi e della predetta sua chiesa, possano fregiarsi ed issare sui vessilli. Ed avendoci supplicato umilmente e devotamente affinché con la benignità che ci è congeniale facessimo dono a lui e dai suoi successori nella predetta Chiesa dello stemma ora non usato di San Venceslao martire, glorioso patrono del nostro Regno; Noi guardando alla lealtà dello stesso Signor Vescovo che egli verso di Noi manifestò nel passato e manifesta nel presente, considerando inoltre assai attentamente che lo stesso Signor Vescovo per fedeltà e disposizione nel servizio Ci si mostrò talmente zelante che mai trovammo ne potremmo trovare in lui nient’altro che quanto una vera fedeltà ed un affetto di vera devozione richiedono, giudicavamo di essere tenuti ad ascoltarlo ed esaudirlo nella sua richiesta mossi dal debito di una speciale riconoscenza.

Perciò col tenore del presente atto vogliamo notificare a coloro che vivono nel presente e a coloro che vivranno nel futuro che, accettando con affetto benigno come giusta e ragionevole la richiesta del ricordato Signor Vescovo in nome di Dio diamo, concediamo e doniamo a lui ed ai venerabili i suoi successori di Vescovi di Trento, come pure alla Chiesa Tridentina, il predetto invittissimo stemma dello stesso San Venceslao, riprodotto in calce a questo nostro atto di privilegio, perché possa essere in possesso e usato dallo stesso Vescovo e dai predetti suoi successori i Vescovi di Trento nel presente e trasmesso in perpetuo il futuro.

 Siccome poi la medesima Chiesa Tridentina è esposta all’incursione dei nemici, come alla freccia il bersaglio e per questo i suoi rettori i Vescovi di Trento, in passato furono afflitti dalla violenza di varie ingiustizie da parte di nobili e potenti confinanti, sinceramente promettiamo sia per il diritto di avvocazia sia in forza dello stemma predetto, intervenendo noi, i nostri eredi e successori, gli illustri duchi della Carinzia e conti del Tirolo, di conservare e con l’aiuto di Dio di difendere degnamente futuro il ricordato Signor Vescovo nei suoi diritti, dignità e immunità contro ogni impresa e gravame venente da costoro.

In testimonianza, manifestazione e forza da valere in perpetuo di quanto detto, abbiamo fatto stendere il presente documento e lo abbiamo fatto rafforzare mediante il nostro sigillo maggiore. Dato a Breslavia-Wroklaw, nell’anno del Signore 1339, nel giorno della Vigilia del glorioso martire il beato Lorenzo. (continua)

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