Lo schiaffo “tolomeico” (70)

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…
Come si è già ricordato in precedenza, il progetto avviato con il Regio decreto-legge 10 gennaio 1926, n. 17, sulla “Restituzione in forma italiana dei cognomi delle famiglie della provincia di Trento, denominata Venezia Tridentina”, convertito nella legge 24 maggio 1926, n. 898: riguardava prima di tutto la futura provincia di Bozen, creata poco dopo. Un punto di vista apologetico che resiste tuttora in certa opinione pubblica italiana, soprattutto di destra. Al contrario, tra la popolazione sudtirolese di lingua tedesca e tra la popolazione tirolese della provincia di Trento, l’artefice di tale scempio, Tolomei, era e resta un pazzoide usurpatore e sopraffattore. Gaetano Salvemini, uno dei più importanti intellettuali antifascisti della prima metà del Novecento, nel 1932 bollò Tolomei come «il boia del Tirolo, l’uomo che escogitò gli strumenti più raffinati per tormentare le minoranze nazionali in Italia». Kapauer, ad esempio, fu per lui un italico Contadini, cognome sparso qui e là nella penisola ma assente dalla mappa tirolese.
Kappeller, invece, fu traslato in Cappellari o Della Cappella… per Kapferer considerò verosimilmente il casale Kapfer a Telfes per estrarre Kapfl, cima, riducendolo così in Dalla Cima o Dalmonte. Idem per Kapfinger. Per Kaplan trovò adeguato Cappellani avendo kap(p)ellân il significato di sacerdote (originariamente presso una cappella).
Con Karabacher non avendo appigli particolari per associarlo a qualche significante, pensò di affibbiargli Quadra o Quaira ma anche Dallaconca… Con Karbon, poi, non faticò molto ed ecco Carboni… Per Kargruber usò il maso omonimo, Kargrube, adattandolo con Dallafossa o Quadra. “Grube” tradotto in lingua italiana, sarebbe “fossa”, ma di “quadra” manca il nesso… (continua)
