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Briciole di Memoria: Pio Telch, caduto sull’Isonzo

Di Pio Telch di Faver, Kaiserjäger del 4.  Reggimento, si perse ogni traccia durante la Seconda Battaglia dell’Isonzo

L'Isonzo nei pressi di Kobarid (Foto Manuela Sartori / UT24)

Il Foglio Annunzi Legali inizia le sue pubblicazioni il 10 maggio 1919 quale supplemento al Bollettino Ufficiale del Governatorato di Trento, che dal settembre dello stesso anno diventa il Commissariato Generale per la Venezia Tridentina.

Oltre a editti e pubblicazioni ufficiali, sul FAL appaiono anche le informative sull’avviamento e sulla conclusione delle procedure di dichiarazione di morte: si tratta per la quasi totalità dei casi, di soldati dispersi sui vari scenari della guerra: dalla Galizia ai Balcani, dalla Romania al nostro fronte, quello tirolese. Le notizie pubblicate sono spesso scarne, talvolta invece – incrociandole con quelle contenute nei registri parrocchiali, in quelli dei curati da campo, nelle liste delle perdite oppure nell’Ehrenbuch – permettono di ricostruire quasi completamente “piccole storie” di morte e disperazione, minuscoli tasselli personali e familiari della grande tragedia collettiva che si abbattè sulla nostra Terra e su tutta l’Europa.

Ne raccontiamo qualcuna, con l’intento di contribuire, nel nostro piccolo, ad accendere qualche “lume di candela” sul nostro passato e sulla nostra storia. Oggi narriamo la storia di Pio Telch di Faver, Tiroler Kaiserjäger di lingua romanza, caduto sul fronte italiano

Pio Telch, da Faver all'Isonzo

Pio Fortunato Telch “Sartor” nasce  il 02 novembre 1887, quinto dei sei figli di Giovanni e di Maria nata Telch, entrambi di Faver. Nell’estate del 1912 si sposa con Giuditta Antoniazzi: la sposa è di Sevignano, a piedi da Faver ci vuole poco più di un’ora,  6 chilometri su per le curve di una strada che sembra quasi arrotolarsi in mezzo alle colline della Val di Cembra. Sono famiglie di contadini, legate alla loro terra, ai loro masi sparsi fra campi, pomari e vigne.  Quelle vigne dove l’uva sta maturando al sole quando, nell’agosto del 1914, scoppia la guerra.

Gli uomini vengono richiamati, partono per il fronte convinti che la guerra sarà veloce, questione di qualche settimane, e poi si tornerà a casa, giusto in tempo per la vendemmia…  Ma non è così.

Non sappiamo se Pio Telch è partito con i primi, salendo sui treni carichi di uomini e fiori già ad agosto. Di certo nella primavera del 1915 è sul fronte orientale, probabilmente fra Grodek e Sedowa, arruolato nella 1. Compagnia del 4. Reggimento dei Tiroler Kaiserjäger,: il suo nome risulta tra quelli dei feriti nella Verlustliste del 1 aprile. 

Poche settimane dopo e l’Italia dichiara guerra all’Austria-Ungheria, aprendo lo ostilità sul fronte meridionale. I Kaiserjäger presto vengono trasferiti: devono difendere quelle terre dove si parla si anche la lingua italiana, ma che sono parte integrante dell’Impero; devono difendere non solo la Vaterland, la patria,  ma anche la Heimat, le loro case, le loro famiglie.

Pio Telch è stato curato, è guarito, ed è tornato al fronte. Presto si ritrova sul Carso, lungo le rive dell’Isonzo, dove le “spallate” lanciate dal generale italiano Cadorna si infrangono contro le nostre linee difensive, lasciando a terra centinaia e centinaia di morti.  Cadono anche i nostri, mentre combattono per respingere un nemico che spesso parla la stessa lingua.  Il 1 agosto 1915 Pio Telch esce dalla trincea con il fucile in mano… e non fa più ritorno.

Dal Foglio Annunzi Legali

Nell’edizione del Foglio Annunzi Legali pubblicata il 14 agosto 1920, appare l’annuncio  dell’avviamento della procedura allo scopo della “dichiarazione di morte di Pio Telch di Giovanni di Faver … il quale richiamato quale soldato dell’esercito a.u. durante la guerra, fu mandato al fronte dell’Isonzo ed è disperso fino dal 1 agosto 1915, nel quale giorno dovrebbe aver preso parte ad aspri combattimenti.

(…) vieve avviata dietro istanza di sua moglie, Giuditta Telch di Faver,  la procedura allo scopo della dichiarazione di morte della suddetta persona mancante.”

Qualche altra notizia...

… perchè forse qualcuno dei nostri lettori riesce a ritrovarsi in questa storia.

Pio e Giuditta Telch hanno due figli: Silvio Giuseppe, nato il 28 aprile 1913, e Carlo Albino, che vede la luce esattamente un anno dopo, il 1 maggio 1914. Mentre il secondo muore a soli 4 anni, poche settimane dopo la fine della guerra, Silvio Giuseppe si attacca alla vita: anche lui sarà contadino, nel 1937 sposa Rita Paolazzi; durante la seconda guerra mondiale, è arruolato nei bersaglieri e inviato in “Africa settentrionale italiana” (NdR: Sic!) dove viene gravemente ferito alla gamba destra; torna a Faver nell’agosto del 1942. Muore il 29 marzo 1972 a Trento.

Anche Giuditta si attacca alla vita: il 15 febbraio 1922 chiede un’altra possibilità al destino e sposa Giuseppe Nardini di Faver.

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