von mas 06.01.2025 08:30 Uhr

Tradizioni: 6 gennaio, Pasqua Epifania

Con Roberto Bazzanella, alla ri-scoperta di tradizioni, usanze, credenze popolari del Tirolo.

Open ClipArt da Pixabay
La festa dell’Epifania è chiamata nella parlata trentina, soprattutto nelle vallate avisiane, “Festa dei Trèi Redi”, o più spesso “Pascoa Pifània” o “Pèsca Tofènia”.
Infatti un tempo ogni festa importante era detta “Pasqua”: vi era la “Pasqua” grande, vera e propria, poi “Pascoa Rosàda”, ossìa la Pentecoste, poi la “Pascoa da ‘l istà”, ovvero la Madonna d’Agosto, e poi “Pascoa Pifània”, l’Epifania.
D’origine orientale di questa solennità è nel suo stesso nome: “epifania”, cioè rivelazione, manifestazione. L’episodio dei magi, al di là di ogni possibile ricostruzione storica, possiamo considerarlo il simbolo e la manifestazione della chiamata alla salvezza dei popoli pagani: i magi furono l’esplicita dichiarazione che il vangelo era da predicare a tutte le genti. Ecco dunque anche il carattere missionario della festività.

La tradizione familiare

Il capofamiglia ricorda oggi, prima del pranzo, che la giornata odierna è il giorno dei “Tre Re” e il “dì de la Redodesa”, e che, essendo terminate le sue “12 notti”, ormai non ha più potere.
E’ festa speciale perciò per i bimbi della famiglia, che nella giornata sono accompagnati in chiesa dove si svolge durante i vespri, o in ogni caso nel pomeriggio, una speciale benedizione detta “della Santa Infanzia” o “dell’Infanzia missionaria”.
Alla sera dell’Epifania si toglie da casa l’albero ma, per chi segue l’antica tradizione, il presepio sarà lasciato invece sino al 2 di febbraio, la festa della Candelora, vero termine del periodo natalizio.
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