von fpm 06.01.2025 16:00 Uhr

Benedizione della casa

Ogni anno il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, in Südtirol è tradizione benedire la casa

Foto web, elab grafica fpm

L’arrivo dei Re Magi sulla Südtiroler Weinstraße si celebra con un’usanza molto speciale, il cosiddetto “Rachn geahn” (letteralmente: andare a incensare). Solitamente il giorno prima della festività si prepara tutto l’occorrente per questa celebrazione domestica: gesso, incenso e acqua santa, il tutto precedentemente benedetto in chiesa, insieme al sale che impedisce che l’acqua santa congeli nelle fredde temperature invernali. La sera del 5 gennaio oppure il 6 gennaio, tutta la famiglia gira per la casa con una pentola che funge da turibolo e dalla quale esce il fumo dell’incenso e si prega per la protezione della casa o del maso durante l’anno appena iniziato. Sulla porta si scrive con il gesso la sigla C-M-B,Christus mansionem benedicat” (Cristo benedica questa casa) e l’anno corrente. Nel linguaggio popolare, spesso queste tre lettere vengono tradotte con Caspar, Melchior e Balthasar, cioè Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Definiti in tempi antichi come magi e astrologi, dal VI secolo d.C. in poi vennero descritti come re. All’incirca tre secoli dopo, ai tre uomini saggi vennero dati i nomi che conosciamo oggi: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.

I tre Re Magi simboleggiano le tre fasi della vita umana: giovinezza, età adulta e maturità, i tre continenti conosciuti all’epoca dello storico greco Erodoto: Europa, Asia e Libia (Africa) e i tre doni sacri che portarono a Gesù bambino: oro, uno dei materiali più preziosi al mondo, incenso, un regalo degno di un re e mirra, una gommaresina aromatica utilizzata anche nell’imbalsamazione. A proposito: anche i tradizionali “Sternsinger” – bambini travestiti da Re Magi – in questo periodo vanno di casa in casa cantando e raccogliendo offerte per i bisognosi.

La Befana come oggi si presenta in Provincia di Trento non è altro che “un’importazione” promossa nel periodo fascista dopo l‘occupazione del Tirolo Meridionale. Il termine è una storpiatura della parola Epifania > Befana, inteso come “fantoccio esposto la notte dell’Epifania”, con origini pagane e usato dal XIV secolo nella penisola italica centro-meridionale, non facendo mai parte della tradizione popolare del Tirolo (dove invece ci sono antiche tradizioni di origine celtica che ricordano la Stria, cioè la Strega). Nel 1928 il regime fascista introdusse la Befana (termine assolutamente sconosciuto fino ad allora) nelle scuole della nostra terra per promuovere il “Natale del Duce” e, in certo modo, “comprare” la simpatia dei bambini con caramelle e regali.

Durante il ventennio, i fascisti a Trento cercarono di cancellare in tutto il Tirolo Italiano (anche se in modo non definitivo) i gruppi che portavano la Stella, (Sternsinger) così come tutte le tradizioni che ricordavano una possibile “unità” identitaria e culturale con il Tirolo tedesco, sempre in modo da giustificare vergognosamente quella che per loro era l’indiscutibile “italianità” del “Trentino” redento:  niente di più falso.

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