von fpm 05.01.2025 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (59)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

E cosa mai poteva diventare Hohenstein? Se Hohe in lingua italiana è “alto” e Stein è “pietra”, l’indemoniata fantasia del solito noto è pronta a fornire Sassalto, cognome tuttora immaginario nella penisola italica. Con Hölbling invece prende spunto da halbelinc, cioè la moneta di mezzo Pfenning, per inventare un insolito Soldini che almeno questo trova ospitalità in Italia, soprattutto in Lombardia, Toscana e Lazio ma inesistente in Welsch-Südtirol… ma è con Höller che la forsennata immaginazione tolomeica oltrepassa i confini irreali della onomastica: qualcuno mette la pulce nel cervelletto del barbetta roveretantoscano e suggerisce che “die helle” sarebbe il “nascondiglio, un luogo nascosto, una valle profonda”, così, eccolo prodigarsi con Della Gola o in altri casi, Ellero. Della Gola non c’è da nessuna parte mentre Ellero si trova in particolare nel Friuli (ed attualmente due soli in Welsch- Südtirol). L’Ellero non è solo un nome, ma anche il titolo di un fiume piemontese. Si potrebbe dunque far risalire l’origine del nome a radici storico-geografiche, attribuendo a Ellero il significato di “colui che viene dal fiume”. Ma come si può notare non c’è poi tanta connessione con “luogo nascosto” o simili… Comunque, scomodando anche le radici linguistiche, si potrebbe legare Ellero al termine greco “heloros” – tradotto come “libero” – oppure all’antico germanico “aler”, che significa “altro”. In entrambi i casi, ci troviamo di fronte a una connotazione assai suggestiva: Ellero potrebbe semmai rappresentare “l’uomo libero” o “l’uomo diverso dagli altri”.

Höllrigl appare come una incognita: Dalla Regola…  anche questo inesistente nella mappa dei cognomi italici, nasce presumibilmente da un momento di grande sconforto del nostro incapace di trovare qualche connessione linguistica. Holtz invece lo ha subito trasformato in Bosco forse perché “Holz” tradotto in lingua italiana sarebbe “legna” e, per parafrasare un modo dire, ha fatto di tutta la legna un bosco

Stessa sorte per Holzer che diventa Boschieri o Boscaroli o Dalbosco. Per Holzesein si pensa che abbia utilizzato il personale Hulz traducendolo in Olzesi, che si aggiunge ai già tanti cognomi inesistenti ma anche in Boschi, sempre per il solito riferimento a Holz, legna. (continua)

Jetzt
,
oder
oder mit versenden.

Es gibt neue Nachrichten auf der Startseite