von fpm 13.12.2024 10:00 Uhr

Il 13 dicembre 1545 si apriva Il Concilio di Trento

Il Concilio di Trento, indetto da Papa Paolo III aveva come obiettivo la riforma della chiesa cattolica, la discussione in materia di dogma e dottrina e la reazione alle dottrine calvinista e luterana.

Foto Trentino Cultura, elab grafica fpm

Il XVI secolo fu ricco di eventi e vicende, tra cui il CONCILIO DI TRENTO (1545 – 1563) che ridefinì i dogmi della fede cattolica. Prima di questo, ci furono altri avvenimenti che vale sicuramente la pena di spiegare. In primo luogo, già alla fine del millequattrocento, le condizioni dei contadini erano più o meno in ogni dove le stesse: pochi raccolti, frequenti carestie, il privilegio di caccia, protetto esageratamente da Massimiliano I, non facevano che peggiorare la vita. Nel malcontento generale fremeva lo spirito della ribellione che scoppiò a Trento e a Brixen-Bressanone tra il 10 e il 15 Maggio del 1525: in breve quasi tutte le valli risposero con l’insurrezione contro signori, nobili e preti. Questa situazione portò alla convocazione della dieta rivoluzionaria di Merano e in questa circostanza ci fu un tentativo, peraltro non riuscito, di dividere gli italiani dai tedeschi: gli statuti furono redatti bilingui.

Le lotte col protestantesimo non erano terminate: si trattava di tentare ancora l’ultima carta per un accordo fra le due correnti, dal quale derivasse una ferma base all’unità della fede religiosa. Si voleva convocare un concilio cui potessero prendere parte anche i protestanti: e si scelse allo scopo la città di Trento perché accessibile e agli italiani e ai tedeschi. Il concilio si tenne nella basilica del Duomo e nella chiesa di S. Maria Maggiore (1545 – 1563).

Nel 1545 Trento si trovava ai confini dell’Impero ed era retta da un principe vescovo. Erano passati 25 anni da quando papa Leone X aveva condannato le idee di Lutero e messo al bando i suoi scritti. Intanto la Riforma si era diffusa in mezza Europa.

Il Concilio, ossia la riunione di tutti i vescovi cattolici, avrebbe dovuto portare alla riconciliazione, almeno nelle intenzioni dell’imperatore Carlo V, cattolici e protestanti. Nei 18 anni che durò, con lunghe interruzioni, di fatto ne sancì la separazione politica e teologica.

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