“Sulle orme di Stefano Bellesini”
A 250 anni dalla nascita del beato Stefano Bellesini, la Provincia Agostiniana, la Postulazione dell’Ordine di Sant’Agostino e l’Arcidiocesi di Trento, propongono una due giorni di studio e di approfondimento su una figura così eminente di uomo, educatore, religioso.
Stefano Bellesini nacque a Trento il 25 novembre 1774. Nel 1794 entrò come frate nell’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino. Studiò teologia a Bologna, ma l’occupazione francese lo costrinse ad abbandonare i territori pontifici e a tornare a Trento, dove fu ordinato sacerdote. Nel 1809 il suo convento venne chiuso ed egli aprì una scuola gratuita, dove si dedicò all’istruzione dei ragazzi poveri. Fu quindi nominato ispettore delle scuole elementari del distretto di Trento.
Quando, nel 1817, vennero ristabiliti gli ordini religiosi, Bellesini venne chiamato dal priore generale dell’ordine a Roma come maestro dei novizi. Nel 1826 fu assegnato alla comunità conventuale del santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano, dove svolse un’intensa opera pastorale: rimase contagiato assistendo i suoi parrocchiani ammalati e morì nel 1840.
Fu beatificato da papa Pio X nel 1904.
Il pomeriggio di lunedì 25 novembre è previsto un Itinerario bellesiniano in città, con inizio alle ore 16.00 nella chiesa di san Marco per concludersi alle 18.00 in santa Maria Maggiore dove l’arcivescovo Lauro presiederà una Celebrazione in memoria del battesimo e della missione del beato Stefano.
Il mattino successivo, martedì 26 novembre, si aprirà il Convegno sulla figura di Bellesini, tra storia e attualità. Nella sede del Vigilianum, con inizio alle ore 9.00, ne parleranno Mauro Nequirito per l’ambientazione storica, Domenico Gobbi per le fonti, padre Matteo Giuliani per la parte educativo-pedagogica, padre Rocco Ronzani per quanto riguarda la spiritualità agostiniana. Il coordinamento sarà affidato a padre Josef Sciberras, postulatore generale agostiniano.
L’appuntamento, aperto a tutti, è volto alla valorizzazione e all’attualizzazione di una delle figure più autorevoli del panorama ecclesiale e sociale del territorio trentino, con una valenza che supera i confini della città, e che “lascia a Trento non solo un grande esempio, ma una grande eredità, degna degli uomini migliori che una città possa veder nascere dentro i propri confini” (Marcello Farina).