von fpm 24.11.2024 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (53)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

Heidelberg oltre ad essere un cognome, è anche una bellissima città della Germania nel Baden-Württemberg, nota per le sue università, per la Philosophenweg, per il Carl Theodor Brucke, per il Castello, per il Konigstuhl e tante altre bellissime curiosità. Ebbene la patologia tolomeica mise mano anche a questo cognome che italianizzò in Montelanda, che, come si è già potuto constatare, si aggiunge ai tanti cognomi partoriti dalla disfunzione tolomeica inesistenti in Italia. Difficile conoscere il percorso etimologico dell’ometto per capire “Montelanda”, forse derivato da Heiden-berger, dove Berg sta per collina o monticello e Heiden per “landa” … mah… Anche Heider adottò Della Landa… Poi c’è Heidenreich che prese Aderighi… c’è Aderighi in Italia? No, non c’è neppure questo. Ci sono tre famiglie Aderigi, una in Lombardia e due in Toscana ma non è lo stesso cognome… Con Heil fu per l’ometto un trastullo: “Heil” è il saluto, “salve”, così fu subito sistemato con Salvi o Sani… Anche Heiler.

Heinrich ed Heinricher ebbero Endrici, cognome diffuso nella provincia di Trento che annovera un celebre vescovo tirolese, Mons. Celestino Endrici, nominato poi arcivescovo da papa Pio XI, un prete molto attento alle esperienze del Volksverein tedesco e dei cristiano-sociali viennesi e molto sensibile alla realtà sociale della provincia di Trento. Heinz, cognome molto diffuso in tutto il Südtirol, venne facilmente trasformato in Enzo ma anche Arrighi e AnzoHeis, invece, che in forma dialettale riporta Matthaeus, in Mattei.

Il maso Heuschreck in località Leifers, Aldein ha dato il cognome Heischreck che l’ometto ha facilmente tradotto e quindi italianizzato in Locusta, anche questo, neanche dirlo, cognome inesistente in Italia. Per Helfer fu influenzato dal verbo Helfen, aiutare, così lo trasmutò nel significante Salvatori o Salvadori. Mentre Hell, che in lingua italiana sarebbe “chiaro” prese ovviamente Chiari. (continua)

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