Parliamone: cognomi “tedeschi” in provincia di Trento (47)
Una caratteristica delle aree alloglotte della provincia di Trento è l’intensità con cui i nomi di luogo e i cognomi (e/o soprannomi) come tali o come denominazioni di masi e di località ritornano soprattutto nelle zone cimbre e in quelle mòchene. Ma è tutto il territorio provinciale ad essere coinvolto dai numerosi cognomi di chiara origine tedesca. Si deve anche dire che la spietata italianizzazione dei cognomi durante lo sventurato periodo fascista che aveva colpito duramente la provincia di Bozen, il Südtirol, per mano, anzi per mente diabolica del toponomicida Ettore Tolomei, aveva interessato anche la provincia di Trento, il Welschtirol o Tirolo di lingua italiana. Si deve dire che i notai fecero grande opera di italianizzazione formale dei cognomi. Del resto, famiglie di ceppo italiano e non trentino si insediarono a Pergine sin dalla fine del Quattrocento e pur non essendo numerose trovarono una adeguata ospitalità anche perché ai perginesi interessava unicamente che i nuovi venuti non fossero a carico del Comune. Più tardi, in questo contesto, i notai cominciarono ad italianizzare per cercare una omologazione onomastica privilegiando cognomi italiani.
Platter, presente in particolare nella zona di Torbole, deriva ed indica la provenienza da Plàtt, piatto, toponimo locale molto comune. In Brandtal (Vallarsa) si trova Plàzzer con la variante Plàtzer ed corrisponde ad un quasi ovvio Dalla Piazza derivando da Platz che in lingua italiana corrisponde a piazza. Spostandosi a Vielgereuth, Folgerait in cimbro, Folgaria in italiano, è facile incontrare Plótegher, cognome infatti molto diffuso in zona e che deriva dai toponimi Plàtt (lastra) ed Éck (dosso), tanto da farlo ricomparire in italiano tolomeico con Dal Dosso o, anche, Dalle Laste. Inascoltabile e inaccettabile per tutti i Plótegher comprese le varianti Plótecher e Plótegheri. Rimanendo sempre in Vielgereuth, incontriamo un altro cognome di origine tedesca, Pòcher, che deriva da Bàcher e a sua volta da Pòch, alterazione dialettale del tedesco Bach, ruscello o rio. Da segnalare l’esistenza di un maso omonimo a Kosteneit, S. Vito de Perzen, él Pòcher, appunto.
In Zimmertal, la Val di Cembra nota soprattutto per i grandi vitigni e per aver dato i natali in Palei (Palù di Giovo) al campione del ciclismo Francesco Móser (che lui si ostina senza possibilità di redenzione a pronunciare Mosèr), è presente il cognome Pòjer che potrebbe derivare dalla località di Poiana. Pojer è un cognome molto noto anche perché ha dato vita ad una Cantina iconica, quella di Pojer & Sandri. Mario Pojer nel 1975 aveva ereditato circa due ettari di vigneto, e Fiorentino Sandri si era da poco diplomato enologo alla prestigiosa scuola di enologia di San Michele all’Adige.
Vollero da subito produrre grandi vini in una zona, la Zimmertal, fino ad allora considerata come minore, precisamente la collina di Pfaid o Vaid, anche Feiden (Faedo in italiano). Una storia, la loro, tempestata di successi, dai primi vini bianchi fino all’acquisizione di nuovi terreni, dai grandi rossi di stampo internazionale fino ad una visione del futuro molto selettiva, capace di anticipare i tempi come forse nessun altro. Vini sempre di altissima qualità, territoriali e longevi. (continua)