Andiamo a teatro
La famiglia è un involucro incerato e stracciato. “Cose che so essere vere” rivela sincerità senza perdere flessibilità. Valerio Binasco e Giuliana De Sio sono i due principali protagonisti di un toccante, divertente e coraggioso dramma che ruota intorno alla storia di una famiglia e di un matrimonio, nel primo allestimento italiano del potente testo di Andrew Bovell. Quando Rosie torna rocambolescamente a casa dopo un breve viaggio in giro per l’Europa è certa di far parte di una famiglia solida, inossidabile: ma all’arrivo della giovane le crepe che silenziosamente si sono insinuante nei rapporti tra i familiari ribaltano ogni certezza.
È lo specchio che riflette e fa riflettere, uno strumento con cui ci si confronta quotidianamente, quello che compie automaticamente il suo ruolo e spinge ad uscire nel mondo con una probabile sicurezza. Non tradisce il nostro aspetto interiore ed esteriore. Ricorda quel favoloso mondo del teatro futurista russo: lo specchio è l’archetipo del nostro esistere, sempre proiettato a fare nostro l’altro da noi. È un ossimoro concreto ed è una superficie fragile ma dura che delimita un mondo reale da un mondo riflesso, raccontato. Ci riflette per quello che siamo, ci rammenta le cose che intendiamo essere vere, anche le più terribili, ma non giudica, non rimarca, ci aiuta a sentirci anche se leggermente più adeguati.
Tuttavia, il testo di Bovell non risparmia il criterio introspettivo, espone l’agitazione che trita la vita famigliare, quella che preme i genitori per dare al giardino di casa una funzione insolita e cioè una quieta e benevola gabbia protettrice dorata per i propri figli. Ed è quello che sovrasta ultimamente la dis-funzione frammentata delle famiglie, l’immagine urbana che vive da qualche decennio. Teoria e pratica familiare forniscono alibi sussultori nel sostituire il benvenuto di circostanza tradotto in domande inquisitorie: va tutto bene? Cosa è successo? Tanto lo so che è successo qualcosa… dove la speciale consapevolezza di chi sta vicino si modifica in un dispositivo di controllo.
Una fotografia complessa e acuta dei meccanismi domestici e matrimoniali che muta continuamente punto di vista, attraverso gli occhi di quattro fratelli che lottano per definire sé stessi al di là dell’amore e delle aspettative dei genitori. Bovell (1962), scrittore e drammaturgo australiano pluripremiato, autore di numerosi testi tra cui Speaking in Tongues di cui ha curato l’adattamento cinematografico dal titolo Lantana, e di When the Rain Stops Falling, affronta in questo dramma la perdita di fiducia e il potere del passato di plasmare il futuro. Da domani, Giovedì 21 a Domenica 24 al Teatro Sociale, Via Oss Mazzurana, Trento. Orario: 21, 22 novembre ore 20.30 / 23 novembre ore 18.00 / 24 novembre ore 16.00. Informazioni complete, biglietti: http://www.centrosantachiara.it