Lo schiaffo “tolomeico” (52)
La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…
Come si è potuto constatare e talvolta trattenendo uno strano impulso, qualcosa che sta sospeso tra l’irritazione e lo sconforto, le modifiche imposte dal pavido ometto italiota ai cognomi tedeschi della provincia di Bozen in quel clima nefasto che fu il fascismo, erano spesso stravolgimenti lessicali che attingevano confusamente da improbabili traduzioni o incerte associazioni: Hecher, ad esempio, lui lo interpretò storpiando presumibilmente “Hoch”, che in italiano sarebbe “alto” e ne coniò subito il cognome Alti o Dall’Alto… A tutt’oggi in Italia di “Alti” ce ne sono una decina (zero nelle province di Bozen e Trient) e di Dall’Alto neanche uno a conferma di ciò che si è riscontrato molto spesso e cioè l’assoluta invenzione paranoica del suddetto kapò stralunato. Con Hecht non faticò tanto perché lo tradusse rapidamente ed ecco Luccio, cognome presente soprattutto in Campania ma tuttora inesistente in Welschtirol-Südtirol.
Anche per Heck, Heckel, Hecker ed Heger, adottò il dizionario ed essendo “Hecke” la “fratta” in italiano, ecco sfornare i vari Dalla Fratta e Frattini… Questo succedeva quando, come si è più volte presunto, l’ometto, nonostante la stanchezza mentale o qualche altra deviazione, si ostinava a portare avanti l’opera di distruzione dei toponimi e risolveva frettolosamente la giornata.
Chi ha studiato filosofia si ricorderà sicuramente di un grande filosofo tedesco, Heidegger, considerato il maggior esponente dell’esistenzialismo e noto per il suo celebre scritto: Sein und Zeit e poi concentrato in altre questioni filosofiche quali la metafisica, l’arte, la poesia e il linguaggio… ebbene, come è stato lacerato? Coldilanda o Dalla Landa… Non cerco neppure di scoprire il tragitto mentale compiuto dall’ometto… Anche queste due distorsioni in Italia non esistono… (continua)