Lo schiaffo “tolomeico” (51)
La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…
Alcuni cognomi hanno impensierito sicuramente tanto il povero Ettore tanto da sfidare le etimologie… Hauer, ad esempio, lo ha “tradotto” con Minatori o Tagliaboschi… Effettivamente “Hauer” è un termine associato alle miniere e quindi lo ha subito adottato per farne un cognome “italianizzato” e pure “Tagliaboschi” lo ritenne adeguato poiché “hou” sarebbe il “bosco reciso” … e comunque di cognomi “Minatori”, in Italia non ce ne sono e di Tagliaboschi solo una sessantina e neppure uno in Trentino Südtirol. Era un burlone, insomma, sarebbe forse piaciuto alla settimana enigmistica. Preso com’era dall’ambiente naturale, già che c’era prese Häufler e lo modificò in Covoni o Catasta. Probabilmente prese dal tedesco il termine Hufen, ammucchiare, o hou-houves, taglio della legna, e infiocchettò i cognomi. Ma il “bello” (si fa per dire, ovviamente) venne con Hausberger, che, forse in una di quelle serate stanche, lo denominò Montecasa, (Haus, casa e Berg, monte…). Altro cognome inesistente in Italia.
Con i cognomi simili, Hausenblicher, Hauser, Hausler, Haussl, Haustätter… giocò la carta “casa” arzigogolando con Coldicasa, Dellacasa, Casalini, Casetta, Casali…Non con tutti però perché ad esempio a Hausenblas, Hausleitner e Hausmann, riservò altre chicche: Biagi o Pendìo, Della Costa e Padroni. Per Hebicher invece fece presumibilmente ricorso al tedesco “Habichte”, falco, e quindi ecco Falchi! Poi anche per Hechenberger riandò al pratico e dal dialettale heach Hôte, altura, e dal toponimo Hechenberg, coniò Montalto…
Con Hechensteiner fece un altro giochetto di prestigio lessicale: Sassalto… Una alchimia: “Steiner”, pietra o sasso e Hecken, che sarebbe sì siepe o rovo ma anche “altura” ed ecco il “sass-alto”, cognome ovviamente inesistente in Italia. Roba da matti. (continua)