Il ricordo di Alfredo Dall’Oglio
Intensa serata mercoledì 30 ottobre, a Borgo Valsugana, in memoria del compaesano Alfredo Dall’Oglio, emigrato in Francia a soli tre anni, uno dei più assidui sostenitori della Gioventù operaia cattolica, morto martire in un campo di lavoro nazista a Berlino a soli 23 anni, nel 1944. Di lui è in corso la causa di beatificazione, insieme ad altri 50 francesi (preti, seminaristi e operai) morti nelle medesime circostanze “in odium fidei“.
Nel teatro dell’Oratorio Bellesini, alla presenza dell’arcivescovo Lauro Tisi e del sindaco di Borgo Valsugana Enrico Galvan, è andato in scena il recital dal titolo “Alfredo Dall’Oglio, martire europeo” che ne ripercorre la biografia su testo curato da don Piero Rattin.
Nello spettacolo don Rattin diviene anche voce narrante, accompagnato da Ugo Baldessari che interpreta lo stesso Dall’Oglio – nei pochi testi autografi a noi giunti – e le testimonianze di chi lo ha conosciuto da vicino. Con grande abilità nel cambiare l’inclinazione vocale, l’attore rilancia anche gli assurdi proclami dei gerarchi nazional-socialisti, utili a ricostruire il contesto in cui matura la testimonianza di Alfredo.
Nella essenziale ma coinvolgente rappresentazione, con il supporto costante di immagini esplicative, un ruolo chiave lo gioca anche la musica con l’accompagnamento al pianoforte di Stefano Fabbro che rimarca e a volte contrappunta l’interpretazione di Baldessari.
Nel suo saluto introduttivo, don Lauro ha ribadito la volontà della Diocesi di rilanciare la figura di Alfredo. L’Arcivescovo ha quindi ringraziato don Rattin (“ha scoperto questa figura, la sta studiando, e più la studia e più ne sente l’attualità”) ed ha proposto una riflessione sotto forma di vibrante appello: “Come vescovo sento di non poter tacere. Solo qualche anno fa, parlare di fascismo, di nazismo, era parlare di un mondo che pensavamo di avere alle spalle e invece, incredibilmente, i ragionamenti che sento in giro sono molto inquietanti. Ragionamenti semplificati, fatti di slogan, bianco e nero, incapacità di approfondire i dati. E dove anche l’opinione pubblica, come allora, è distratta”.
“Oggi – ha aggiunto don Lauro – viviamo un momento che assomiglia molto a quello che ha generato l’era drammatica che ha dato la morte ad Alfredo dall’Oglio. Quella di questa sera non è la rievocazione di una figura bellissima, è il tentativo di mandare un pugno nello stomaco a questa Europa che dorme, a questo Occidente che sta morendo su di sé e che è incapace di ragionare. A questa umanità dove l’unico criterio è il giorno-dopo-giorno e non c’è più nessuno che immagina di poter dialogare”.
Il recital è stato la prima tappa di una serie di iniziative promosse dal Comune borghesiano. “C’è bisogno di diffondere la conoscenza sulla figura di Alfredo, ragazzo giovane ma già molto maturo nella sua formazione civile e morale” ha spiegato l’assessora alla cultura Maria Elena Segnana, annunciando anche la posa della pietra di inciampo in memoria di Dall’Oglio davanti alla sua casa natale in via della Gora, 21 a Borgo
Inoltre, martedì 5 novembre alle 20.30 in municipio a Borgo Valsugana verrà presentata una relazione su “Dall’Oglio fra i trentini deportati nel terzo Reich (1939-1945)” a cura di Lorenzo Gardumi (Fondazione Museo Storico).