von mas 18.10.2024 11:00 Uhr

Al Festival dello Sport c’era… Nadia Battocletti

A Parigi qualcosa è cambiato. Non solo il medagliere personale di Nadia Battocletti, ma qualcosa di più: la sua lucidità, la sua maturità, la sua consapevolezza delle proprie potenzialità e di meritare di essere lì, fra le più grandi del mondo. Qualcosa di altrettanto importante, invece, è rimasto uguale: Nadia. E sono quella semplicità, quella spontaneità, quel rimanere sempre se stessi anche sotto i riflettori che hanno spinto tante persone a riempire la Filarmonica

Tantissimo pubblico alla Filarmonica, per  ripercorrere con Nadia Battocletti il percorso che l’ha portata a diventare una campionessa: dalle corse fra gli esordienti a Cles quando Nadia correva già forte in modo naturale; poi l’under 18 e l’under 20 nazionale, la crescita nel fisico e nella testa, perché deve esserci sintonia fra testa, gambe e cuore. Una maturazione con la fortuna di avere un padre/allenatore bravissimo, anche se molti dicevano che non avrebbe funzionato. Nadia e suo padre sono cresciuti assieme

E i frutti si sono visti eccome: doppio oro – 5.000 e 10.000 metri – agli Europei di Roma. E poi, naturalmente, dopo il quarto posto nei 5.000 assaporando il bronzo poi sfumato, l’argento nei 10.000 metri ai Giochi Olimpici di Parigi 2024. È stata proprio lì la svolta, e Nadia ha raccontato quei momenti al Festival. “All’ultimo chilometro mi sentivo ancora bene, lucida, pronta ad attaccare come un falco, e a 600 metri dalla fine ho pensato che forse potevo prendere una medaglia. Ho dato il massimo e negli ultimi 100 metri sono andata full gas”.

Mille impegni a parte, lo sguardo corre alle prossime olimpiadi. Da qui a Los Angeles 2028 vi sono innumerevoli allenamenti e competizioni ma, in mezzo, c’è anche la vita privata: l’amicizia dei compaesani a Cavareno, i profumi del paese, il calore degli studenti dell’Università di Trento. E poi, certamente non ultima, la famiglia: papà Giuliano e mamma Jawhara, sempre vicini.

Accanto alle emozioni, sul palco c’era anche tanta simpatia, con il rappresentante del Fans Club e il balletto sudamericano di Nadia con la compagna di stanza a Trento. Ma ci sono stati anche momenti “solenni”, come l’apertura con la musica d’organo del maestro Stefano Rattini in accompagnamento alle immagini delle imprese della  campionessa

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