von fpm 15.10.2024 18:00 Uhr

L’altro “Trentino” (8)

Nella provincia di Trento si trovano, anche se in proporzioni minori, le stesse etnie presenti in Südtirol. Vediamo quali sono state e quali sono le scelte soprattutto politiche.

foto archivi, elab grafica Flavio Pedrotti Moser

Le leggende e le tradizioni popolari tuttora esistono (il Carnevale di Palai è un’esemplare testimonianza di sopravvivenza animistica e, con quello di pochissimi altri, tra i più preziosi dell’intero arco alpino), fanno della Bersntol (Valle dei Mòcheni) un centro culturale tra i più significativi d’Europa. Eppure, per scuola, lingua ufficiale, toponomastica nella Valle domina l’“italiano”. Lusern (Luserna), località cimbra, è un villaggio alpestre sporto sulla valle dell’Astico, al confine con la provincia di Vicenza (Sieben Gemeinden-Sette Comuni), in un breve altipiano tra le valli profonde del rio Tòra. La convinzione secondo la quale le popolazioni dei Sieben Gemeinden vicentini e dei Tredici Comuni veronesi, che parlavano un antico dialetto tedesco (era ridotto a Ljetzan-Giazza, nei Tredici; ed a Roboan-Roana e Rotz-Rotzo nei Sieben Gemeinden-Sette Comuni, oltre a Lusern-Luserna che però non fa parte di questi ultimi ed è in provincia di Trento), siano il vivo ricordo dei Cimbri protostorici fu ripresa dagli storiografi romantici, ma è più antica.

I primi a sostenere tale tesi furono il vicentino Ferreto Ferreti (che nel 1330 chiama “Cimbria” Vicenza e “Cimbri” gli abitanti) e dal veronese Antonio Marzagaia, maestro di Antonio della Scala. Il poeta vicentino Emiliani, nel secolo XV si chiamò da sé Quintilius Aemilianus Cimbricus. Così, “cimbro” divenne sinonimo di montanaro da Vicenza a Verona, e letterariamente si usava tale parola per indicare le scarse reliquie dell’insediamento di Sleghe (Asiago) e sue propaggini, che coi Cimbri distrutti da Mario e Catulo nei Campi Raudi presso Vercelli non hanno nulla a che fare.

Più che nei Sieben Gemeinden vicentini (Altipiano di Sleghe-Asiago), il Cimbro (in realtà forma arcaica di austro-bavarese, tipo linguistico di tutti i tedeschi delle Alpi centrali ed orientali, dai Tirolesi ai Carinziani, mentre i Walser della Val d’Aosta e del Piemonte sono alemannici, come gli svizzero-tedeschi) si conserva vitale a Lusern.

Durante la I Guerra Mondiale, la popolazione fu evacuata in Boemia dopo essere stata concentrata a Gallnötsch-Caldonazzo; Lusern fu sottoposta fin dal 24 maggio 1915 al furibondo cannoneggiamento italiano contro il forte austriaco, ritenuto allora imprendibile, e per questo chiamato dai soldati “Padreterno”. (continua)

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