von fpm 12.10.2024 13:00 Uhr

“Novecento” assolo drammatico di Mario Cagol

Ieri sera al Teatro di Villazzano la prima dello sconfinato attore trentino che ha superato ogni aspettativa.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

L’opera di Alessandro Baricco, il monologo pubblicato nel 1994 è la storia narrata da Tim Tooney, un trombettista che lavora sul piroscafo Virginian. Qui incontra il protagonista, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento, un pianista straordinario che è stato abbandonato da neonato sul pianoforte della nave e adottato da un marinaio. Novecento non è mai sceso dalla nave e ha trascorso tutta la sua vita a suonare il pianoforte sul Virginian. La sua musica riflette le emozioni e le storie dei passeggeri, ma lui stesso è intrappolato dalla paura di affrontare il mondo esterno. La sua amicizia con il trombettista Tim è centrale nella narrazione, mostrando come Novecento vive attraverso la sua musica e le esperienze degli altri. Il romanzo esplora temi come la paura dell’ignoto, il desiderio di realizzare i propri sogni e la difficoltà di trovare il proprio posto nel mondo. Una riflessione profonda sulla vita, l’arte e il coraggio di seguire i propri sogni, anche quando il mondo sembra troppo grande e spaventoso. Sarà forse esagerato dire che Novecento nell’interpretazione di Mario Cagol insieme ai maestri al pianoforte e alla regia dello spettacolo hanno se non superato uguagliato in emozioni il film di Tornatore “La leggenda del pianista sull’oceano”? Beh, chi scrive questa recensione si prende la responsabilità.

Mario Cagol ha interpretato magistralmente il protagonista con una conversazione a tratti al limite del soliloquio inserendo gli altri personaggi come li volesse plasmare lì, sul palcoscenico, nel preciso istante della loro interazione dando al pubblico l’illusione di vederli. Un viaggio emozionante attraverso la musica e le emozioni suscitate dall’introversione portate alla ribalta dall’emozionalità e reattività del protagonista. La performance di Cagol riesce a catturare la complessità e la profondità del personaggio, rendendo palpabili le sue paure e i suoi sogni. La narrazione affidata al personaggio di Max Tooney, un trombettista e amico di Novecento, racconta la storia con un misto di nostalgia e ammirazione

Uno degli aspetti più affascinanti della performance di Mario Cagol oltre l’accompagnamento al pianoforte (Luca Schinai, Michael Strom), che appare e scompare con un gioco di luci, è  la capacità a trasmettere la profonda malinconia e il senso di rassegnazione che il personaggio suscita. La sua interpretazione, con uno sguardo perso e un sorriso appena accennato, comunica la consapevolezza del personaggio di non poter mai lasciare la nave, il suo unico mondo conosciuto. La musica non solo accompagna la narrazione, ma diventa un vero e proprio personaggio, riflettendo le emozioni e le esperienze di Novecento.

La regia di Mirko Corradini – che è anche il direttore del teatro – e la sceneggiatura ben scritta riescono a mantenere l’essenza poetica del monologo originale, offrendo al pubblico un’esperienza teatrale acuta e appassionante. Mario Cagol è riuscito a commuovere e orientare, grazie alla sua maestria narrativa, all’ interpretazione immensa supportata dalle musiche originali di Ennio Morricone. Grazie Mario. Stasera, lo spettacolo è riproposto sempre al Teatro di Villazzano.

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