von mas 28.09.2024 17:59 Uhr

Fuochi di protesta contro i lupi

Fuochi accesi nella notte di ieri: alla protesta hanno aderito una sessantina di sezioni locali del Südtiroler Bauernbund, l’associazione dei contadini sudtirolesi

Foto: Südtiroler Bauernbund

Circa sessanta sezioni locali del Südtiroler Bauernbund e della Bauernjugend hanno acceso la scorsa notte i “fuochi di allerta”, quelli che si usavano un tempo per segnalare situazioni di pericolo imminente.  Con questa azione hanno voluto mandare un chiaro messaggio:  la diffusione dei lupi deve essere fermata, altrimenti sarà la morte dell’agricoltura di montagna.

Lo sottolinea  il presidente dell’associazione, Daniel Gasser: “Chiediamo un ripensamento della politica, ma anche dei tribunali, quando si tratta di gestire lupi e orsi”.

L’aumento incontrollato del numero di lupi è un problema enorme per gli agricoltori e i proprietari di bestiame. In Sudtirolo ci sono  già circa 100 lupi, che ogni anno uccidono diverse centinaia di animali da pascolo come le pecore. Inoltre, i lupi si spostano sempre più spesso nelle vicinanze degli insediamenti.

Per il Suedtiroler Bauernbund, la misura è colma : “O i politici a Roma e a Bruxelles reagiscono alla minaccia rappresentata da lupi e orsi o dovranno assistere al fatto che sempre più allevatori saranno costretti ad abbandonare le loro attività e che  i pascoli di montagna non verranno più coltivati, con tutte le conseguenze negative per il paesaggio, il turismo e la biodiversità”, afferma Gasser.

 

 

Tradotto con DeepL.com (versione gratuita)

La recente decisione del Consiglio Europeo di ridurre lo status di protezione dei lupi dà speranza agli allevatori. “Siamo molto favorevoli all’abbassamento dello status di protezione dei lupi, in quanto ciò renderà possibile la gestione del lupo, con la regolamentazione della sua popolazione”, afferma ancora Gasser

L’Italia, il paese dell’UE con una delle più grandi popolazioni di lupi,  non ha ancora un piano di gestione. “Anche l’abbattimento dei lupi problematici ci aiuterebbe, perché renderebbe i lupi di nuovo più timorosi e impedirebbe loro di avvicinarsi sempre di più a noi”, sottolinea Alberich Hofer, rappresentante degli agricoltori di montagna nella consulta provinciale.

I fuochi accesi nella notte di ieri esprimono anche l’incomprensione degli agricoltori per le decisioni negative ed i decreti sospensivi emessi dai tribunali rispetto alle ordinanze di abbattimento dei lupi.

L’iniziativa sudtirolese fa parte di una campagna a livello europeo. Falò commemorativi e di solidarietà sono stati accesiti anche nel resto dell’Austria, in Germania, nei Paesi Bassi e in Polonia. Questo dimostra che i lupi causano da tempo problemi in molti Paesi, spiega Gasser: “È chiaro ovunque che la pastorizia e la rigorosa protezione del lupo non sono compatibili”. Questo è particolarmente vero per le regioni alpine densamente popolate, dove si pratica l’agricoltura tradizionale con piccole mandrie e pascoli di montagna, in territori che sono anche mete popolari per gli sportivi e i turisti.

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