von mas 22.09.2024 11:00 Uhr

“La conoscenza della nostra storia”

La pellicola “Campo di Battaglia” presentata alla Mostra Internazionale di Venezia, è stata girata anche in Friuli e in Provincia di Trento, con il contributo di Trentino Film Commission. La vicepresidente PAT Gerosa: “Strumento di promozione culturale”

Campo di Battaglia - Foto Iannone da Ufficio Stampa PAT

Avevamo già scritto di Campo di Battaglia, film ambientato durante la Prima Guerra Mondiale e girato oltre che in Friuli anche sul nostro territorio (e supportato economicamente dalla Regione Friuli Venezia Giulia e da Trentino Film Commission).  Ecco il link all’articolo pubblicato su UT24il link all’articolo pubblicato su UT24 ai tempi delle riprese, nel quale avevamo sollevato qualche dubbio sulla assoluta autenticità dichiarata dal noto regista italiano Gianni Amelio. “Lo esigeva la storia del mio film, che è parte di questa terra e appartiene alla sua gente”,  aveva dichiarato, riferendosi al girato in Friuli.

Il film ora è finito, è stato presentato a Venezia e sarà proiettato martedì 24 settembre alle 18.30 al Supercinema di Rovereto.

Nel comunicato stampa della Provincia si legge che “La pellicola, realizzata con il sostegno di Trentino Film Commission e grazie alla collaborazione delle Amministrazioni comunali, raccoglie alcune immagini frutto di riprese svolte nel comune di Rovereto fra Palazzo Betta Grillo e l’ex Manifattura tabacchi. Alcune scene hanno coinvolto anche Forte Cherle (Folgaria), Forte Busa Granda (Vignola Falesina) e il comune di Bleggio Superiore. Parole di soddisfazione vengono espresse dalla vicepresidente della Provincia e assessore alla cultura, Francesca Gerosa: “Promuoviamo la cultura attraverso il sostegno a pellicole di grande valore, che puntano a favorire la conoscenza della nostra storia”.

Ci permettiamo di esprimere ancora una serie di dubbi… sia sulla ASSOLUTA AUTENTICITA’, che sulla NOSTRA STORIA.

Riguardo al primo punto, prendiamo in prestito alcune considerazioni dell’amico e lettore friulano Rosario Di Maggio, che – prima di  parlare e scrivere – ha visto il film

“Ciò che mi ha disturbato, ciò che ha suscitato la mia perplessità, è il linguaggio usato nella pellicola. I Siciliani parlano in siciliano, con i sottotitoli. Pure i Napoletani usano la loro lingua, sempre con i sottotitoli.
Friulani? Neppure uno a cercarlo, pur essendo girato in buona parte proprio in Friuli. Tanto meno una espressione, che sia almeno una, in marilenghe. La parola Friuli, se non mi è sfuggito qualcosa, non viene neppure nominata. Le comparse friulane, gli abitanti dei luoghi travolti dal conflitto, quando si esprimono lo fanno in un fantomatico dialetto veneto semplicemente mai sentito [e io sono nato a Belluno, e un pochino il Veneto lo conosco]. Verrebbe da dire, con una battutaccia: la lingua Veneta come se la può immaginare un Romano”

Riguardo al secondo punto… invitiamo i nostri lettori, fra i quali ci sono moltissimi conoscitori della NOSTRA STORIA, quella vera a scriverci la loro opinione, se avranno occasione di vedere il film

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