von fpm 21.09.2024 13:00 Uhr

Eva Klotz riguardo la serie televisiva italiana “Brennero”

Interviene e mette in risalto che in Südtirol il diritto alla lingua madre è violato ogni giorno

Foto STF

L’ex consigliera provinciale del Süd-Tiroler Freiheit, Eva Klotz fa riferimento alla “violazione quotidiana del diritto all’uso della lingua madre tedesca in Südtirol in tutti i settori, anche nel contesto della critica alle affermazioni nella serie televisiva “Brennero”. In Südtirol ci si confronta ripetutamente con la dura retorica esplicitamente anti-tirolese che ripete la noiosa nenia: “Siamo in Italia e qui si parla italiano”. “Io stessa, come innumerevoli altri, l’ho sperimentato più volte, soprattutto durante i controlli stradali. In questo senso la rappresentazione nel film non è poi così inverosimile quando si tratta della realtà quotidiana”, spiega Klotz.

Eva Klotz invita tutti coloro che ora sono sconvolti a prendere finalmente sul serio le numerose denunce per violazioni dell’uso della lingua madre tedesca. “Troppo spesso ha sperimentato che i suoi avvertimenti e quelli del Süd-Tiroler Freiheit, sono stati e vengono ignorati. Innumerevoli richieste al riguardo da parte del parlamento regionale sono state e vengono respinte dai membri del governo come un dovere gravoso“, si legge in un comunicato.

Resta da sperare che le critiche al film in questione contribuiscano almeno ad un’ampia discussione sull’importanza della tutela e della preservazione della lingua tedesca in Südtirol“, ha detto Eva Klotz. Inutile o forse ancora doveroso qui ricordare quanta feroce “pulizia linguistica” fu eseguita dal fascismo e in particolare dal metodo criminale di Ettore Tolomei che redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

Ed è ancora importante ricordare le Katakombenschulen, le scuole clandestine che i sudtirolesi istituirono per garantire l’apprendimento della lingua tedesca vietata dal fascismo al fine di italianizzare violentemente l’intera cultura tirolese. La priorità, dunque, era ed è salvare la propria lingua la propria identità e la Heimat che sovrasta ogni tentativo di omologazione con una cultura estranea e inaccettabile.

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