von mas 19.09.2024 09:35 Uhr

Appalto per i lavoratori del Muse

In Quinta commissione, presieduta da Christian Girardi (FdI), si è parlato della situazione dei lavoratori delle coop appaltatrici del Muse. Nel corso della seduta, su richiesta di Lucia Coppola (Avs), sono stati sentiti i sindacalisti e i vertici del Museo delle Albere. Per Cgil e Uil l’appalto, pur avendo introdotto per i lavoratori il contratto di Federculture, non è sostenibile economicamente e comunque sposta solo più in là i problemi strutturali causati dalle esternalizzazioni. Da parte dei vertici del Muse la valutazione è opposta: esternalizzare i servizi, hanno detto, è obbligatorio dal 2016 e il nuovo appalto ha introdotto novità positive anche per i dipendenti delle coop.

Il sindacato: grave la riduzione delle ore dei servizi educativi

Alberto Bellini della Cgil ha detto che la principale criticità del nuovo appalto sta soprattutto nella riduzione delle ore destinate ai servizi educativi. Nonostante ciò si è riusciti a mantenere inalterato il livello occupazione, anche a fronte di un taglio da 40 mila a 20 mila ore di lavoro. L’aspetto positivo è che si è ottenuto il contratto collettivo Federculture e le coop hanno capito che si dovevano conservare le professionalità. Ma, ha aggiunto il sindacalista Cgil, il taglio di ore comporterà per le coop una perdita stimata in circa 280 mila euro. La Giunta s’è detta disponibile a implementare ulteriori servizi educativi ma il sistema potrà funzionare solo se l’esecutivo manterrà questa promessa. Se le cose non cambieranno l’anno prossimo saranno inevitabili tagli di posti di lavoro. Al punto che alcuni lavoratori non hanno creduto alla soluzione che è stata trovata, ha detto ancora Bellini, e hanno cercato lavoro altrove. Inoltre, dall’appalto esce un modello educativo molto impoverito. Basti pensare che oggi non c’è più nessuno ai piani per spiegare i contenuti museali.

Stefano Piketti della Uil ha detto che l’audizione purtroppo arriva dopo la chiusura dell’appalto che la Uil non ha sottoscritto, anzi, ha ricordato, ha firmato un verbale di mancato accordo. Perché, ha aggiunto Piketti, si ritiene insostenibile l’appalto che non risolve i problemi di fondo. Basti pensare che le coop sarebbero già andate in perdita con la base d’asta. Inoltre, non è stata salvaguardata la continuità nel caso di cambio di datori di lavoro perché sei lavoratori, su 76, non hanno visto riconosciuto il loro posto nel cambio di appalto. Ma, in termini generali, ha detto ancora il sindacalista Uil, il problema degli appalti si farà sempre più grave perché le esternalizzazioni sono troppe. Bellini ha specificato che tra i sei lavoratori che hanno perso il posto ci sono anche tre addetti al servizio stampa che non era stato oggetto di appalto.

Il Muse: abbiamo migliorato l’appalto

Da parte del Museo, il dirigente dei servizi generali e direttore facente funzioni, Massimo Eder, ha affermato che il nuovo appalto è stato avallato dai sindacati. L’esternalizzazione dei servizi, ha ricordato, è partita dal 2013 ed è stata determinata dall’esplosione imprevista dei visitatori che ha costretto il Museo ad aumentare rapidamente il personale; poi nel 2016 è arrivata la delibera che ha imposto di esternalizzare i servizi. Il nuovo appalto, ha sottolineato, ha migliorato quello entrato in funzione nel 2018 anche se ci sono alcuni problemi che l’appaltatore sta affrontando. Alberta Giovannini sostituto direttore dell’organizzazione, ha ricordato che le trenta assunzioni sono andate a coprire figure che prima erano in appalto.

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