La diga del Vanoi

Il Presidente Franco Beber e il Portavoce Paolo Monti di Risveglio Tirolese sono intervenuti fermamente per mettere in risalto le problematiche inerenti alla realizzazione della diga. L’iter dell’ attuazione, inaccettabilmente, è già in fase avanzata, nonostante il fatto che il torrente, come la vasta porzione di territorio che dovrebbe scomparire per ospitare l’invaso, della capacità di ben 33 milioni di metri cubi di acqua, si trovino in Trentino, nonostante che le popolazioni interessate siano trentine e in parte bellunesi, non della pianura veneta come il Consorzio, nonostante che le suddette popolazioni siano da sempre contrarie alla diga e che la Provincia Autonoma di Trento si sia già espressa, parimenti, in senso contrario all’opera, anche a causa di enormi rischi idrogeologici, classificati in P4 (penalità elevate) dalla carta di sintesi della pericolosità della Provincia stessa. A testimonianza di tale pericolosità basti pensare che i precedenti progetti, avviati nel 1922, 1959, 1985 e 1998, sono stati tutti abbandonati proprio a causa di irrisolvibili problemi geologici. Il comportamento del Consorzio, che chiaramente mira a passare sopra la Provincia, appare anche lesivo della sovranità territoriale del Trentino/Tirolo meridionale e della sua Autonomia. Tutto ciò comporta, inevitabilmente, la reazione ferma della Provincia Autonoma di Trento, oltre che il sostegno alla stessa di tutta la comunità e dell’opinione pubblica trentine.
Siamo fiduciosi che la Provincia manterrà un comportamento conseguente al deliberato, avvenuto con il voto unanime del Consiglio provinciale del 6 febbraio 2024, che impegna la Giunta provinciale a confermare in tutte le sedi programmatorie e di consultazione le rilevanti criticità sotto il profilo ambientale, geologico, paesaggistico, idraulico ed energetico del progetto di invaso, oltre che a proseguire nella rappresentazione, anche attraverso atti formali nelle deputate sedi, eventualmente anche giurisdizionali, della incompatibilità del progetto con il quadro territoriale e normativo statutari.
In occasione della riunione del 9 settembre ci attendiamo di vedere all’opera i bravi tecnici provinciali, certamente in grado di far fronte con successo alle tesi che i tecnici del Consorzio presenteranno alla popolazione. Quest’ultima, ci auguriamo verrà ben rappresentata, anche in quella sede, dalle massime cariche politiche istituzionali della Provincia stessa.
Intanto, all’assemblea cittadina a Canal San Bovo nel dibattito pubblico sul progetto che coinvolge sia il Veneto sia la provincia autonoma di Trento, ma sul quale c’è molta contrarietà , si è alzato un coro di no! Dalla provincia di Trento a quella di Belluno, dai comuni ai comitati, il no sembra sia stato unanime. Nessuno vuole una diga sul torrente Vanoi.






