von fpm 08.09.2024 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (42)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

E siamo nella lunga scia delle improvvisazioni linguistiche: il cognome Gottfried è composto da due distinte parole: Gott, Dio e Fried, pace. Questo non vuol dire che il cognome debba avere un particolare significato ma pensando alle inventive di Tolomei ci si sarebbe aspettato qualche legame con i significanti. Ebbene, lui per trasformarlo in un cognome italico, adottò Goffredi… Un cognome non molto diffuso in Italia e che oggi in Trentino Südtirol conta una sola presenza. Va beh. Gotthard invece, per lui sarebbe stato Gottardi, anche questo scelto presumibilmente per l’assonanza. Gräber, scavatore in italiano, fu per il trastullatore toscano Della Fòssa, Del Fòsso anche Defòssi… Stessa sorte per Grabmajer con la sola variante Al Fosso o Alla Fossa… Lo decise sicuramente in una serata torbida, macabra, quasi a rimarcare le sue paturnie uscite da visioni che né Lautreamont, né Lovercraft avrebbero potuto immaginare.

Ma è con Graf che i conti non tornano, qualora ce ne fossero ancora… In italiano sarebbe “contare” ma anche un titolo nobiliare, precisamente Conte. Lo sanno tutti. Lo ignorava il toscanaccio sbroccato che scelse… Grava! Che in italiano sarebbe un tipo di terriccio… Un cognome tuttavia inesistente nelle due nostre province…Grava…  mah… che adottò anche per le varianti Grafer, Graff, Graffer

Graiff invece sarebbe stato Grifi… cognome che appartiene ad un centinaio di famiglie in Italia ma nessuna nella nostra regione. Grais invece si prese sia Grifi che Grisi… Ma che dire di Grass che l’ometto liquidò frettolosamente con Grassi? Per poi ravvedersi (ma si fa per dire) con Grasser che mutò in Dallerba con l’attenuante che Gras in italiano sarebbe erba… (continua)

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