von fpm 01.09.2024 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (41)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

Glöggl, cognome per lo più presente a Meran, Bozen e Auer, nella giostra cerebrale del Tolomei doveva diventare Campanella… Perché, ci si chiederà. È probabile che si sia fatto distrarre dalle sonorità linguistiche e che forse abbia confuso “Glocke” con “Glöggl” … “Glocke” in tedesco sarebbe “campana o campanella” così l’estroso ometto decise di adottare l’assonanza… anche perché volendo prendere il lemma sudtirolese Goggl, somigliante a Glöggl, sarebbe “gallo” …  Gobber invece, lo liquidò semplicemente con un banale Gobbi o Giacobbi… forse partorito in una di quelle serate in cui il povero omino era troppo stanco per arzigogolare qualche altra cianfrusaglia.

Con Gögele e Gogl, si avventurò nel ginepraio dei cognomi esibendo un Càgol, cognome abbastanza diffuso nella provincia di Trento e che deriva dall’usanza dei cacciatori ad osservare le cacche degli animali per capire la loro posizione. Da notare che in sudtirolese gagele vuol dire caccola… avrà fatto un frullato di traslati. Strano non abbia utilizzato “Gallo” … Göller invece diventò Colli o Dal Colle e Colle… Con Gorfer osò Corva ma, non soddisfatto, anche Gorferi.

Göschl e Götsch invece li trasmutò in Gozzi… Qui ci si deve arrampicare sulla transumanza linguistica: il gozzo ha a che fare con la gola; si dice comunemente, riempirsi il gozzo per sottolineare l’avidità nell’ingurgitare il cibo… in sudtirolese si usa “Gosch” per indicare il muso o la bocca… Che abbia fatto anche qui una sterzata semantica giocherellando con Göschl e Gozzi? es isch wåschinli…  è probabile… (continua)

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