von fpm 27.08.2024 18:00 Uhr

L’altro “Trentino” (1)

Nella provincia di Trento troviamo, anche se in proporzioni minori, le stesse etnie presenti in Südtirol. Vediamo quali sono e quali prospettive presentano…

Collage elab grafica Flavio Pedrotti Moser

Nel Tirolo del Sud, oggi Trentino, la presenza ladina interessa l’intera Val de Fascia (Val di Fassa), e cioè i comuni di Ciampedél (Campitello), Cianacéi (Canazei), Mazin (Mazzin), Moena, Poza (Pozza), Soraga e Vich (Vigo di Fassa). Bisogna ricordare però che, sono ladine la Val de Fieme (valle di Fiemme) e la Zimmerstal (Val Cembra) (sino a Seganzano), e cioè la prosecuzione della valle dell’Avìsio oltre Moena; e la Sulzberg e la Nonsberg (Val dé Sol e dé Non ovvero valli di Sole e di Non), cioè le valli del Noce, sino a Roveré della Luna. Fassa fu nel Medio Evo possedimento dei conti del Tirolo e, dal 1363 al 1918, fece sempre parte del Tirolo. Prima dell’arrivo dei Romani, gran parte del Trentino era abitato dal popolo alpino dei Reti, che qui fondarono un antico regno e diedero al territorio una prima cultura e lingua moderna. Le aree più densamente popolate furono allora, come ancora oggi, le vallate più estese e la zona collinare. Con l’arrivo dei Romani la popolazione retica accettò molte usanze ed una importante parte della lingua e cultura latina. Ma l’invasione delle popolazioni germaniche costrinse gran parte delle popolazioni reto-romaniche a scappare verso le valli montane e gli altipiani.

Nelle vallate dolomitiche, ancora oggi sopravvive quella che un tempo era la cultura dominante dell’arco alpino orientale. Sul versante dolomitico trentino, il ladino è la lingua della Fascia con i comuni di Cianacei, Mazin, Ciampidel, (Sèn Jan), Soraga e Moena. Se si vuole conoscere e approfondire la cultura ladina, si può visitare il Museo Ladino di Fassa a Sèn Jan i, nei pressi di Vich. Anche la Val di Sole e parti della Val di Non conservano nei dialetti locali importanti frammenti reto-romanici. I dialetti noneso e solandro sono oggi considerati il “missing link” tra il ladino dolomitico e la lingua reto-romanica del Rumantsch della Svizzera orientale.

Ad occuparsi della tutela e della promozione di questa lingua è appunto l’Istituto culturale ladino “Majon de Fascegn”. Ente funzionale della Provincia di Trento, istituito nel 1975, ha sede a  Sèn Jan nell’omonima frazione ed ha la propria sede nell’antico “Tobià de la Pieif”, il monumentale fienile adiacente alla canonica della Pieve di Fassa. Tra i suoi scopi statutari ci sono la raccolta, l’ordinamento e lo studio dei materiali che si riferiscono alla storia, all’economia, alla lingua, al folklore, alla mitologia, ai costumi ed usi della gente ladina.

L’Istituto promuove la diffusione della lingua e della cultura ladina attraverso i media, è impegnato per valorizzare e sviluppare l’insegnamento della lingua e sostiene l’organizzazione di un programma permanente di alfabetizzazione per adulti in collaborazione con la Scuola Ladina di Fassa. Collabora inoltre con il Comun General de Fascia e con le numerose associazioni culturali del territorio nell’organizzazione di eventi e manifestazioni di vario genere. (continua)

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